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Signora per un giorno

Regia di Frank Capra vedi scheda film

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FABIO1971

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Signora per un giorno

di FABIO1971
8 stelle

"Le giuro che non farò niente di illegale questa sera: ne riderebbe, se sapesse tutta la storia".
"Oh, ma certo, non vede che sto già ridendo?".
"Aspetti! Prima che parli col sindaco, le racconterò tutto quanto: mi prenderà forse per pazzo, ma le giuro che è la verità. Mi dica: lei crede nelle favole, è vero, commissario?".
"In che cosa?".
"No, è tutto inutile... Mi farei impiccare, piuttosto che raccontarlo a lei. Su, parli con il sindaco, parli con chi le pare"
.
[Warren William e Robert Emmett O'Connor]

New York, primi anni Trenta, quelli della crisi ("Non lo senti il presidente alla radio?"), la Grande Depressione, anche se Roosevelt ha appena acceso la luce del New Deal iniziando a emanare la serie di provvedimenti che rilanceranno l'economia statunitense. La "vecchia strega" Annie (May Robson) sopravvive a stento vendendo qualche mela per le strade di Broadway e trascorrendo le sue serate solitarie in compagnia dell'alcool. Ha una figlia, Louise (Jean Parker), che vive in collegio a Barcellona e crede che sua madre sia una dama facoltosa che risiede in un albergo di lusso. Quando, però, Louise le scrive che sta partendo per New York per presentarle il suo fidanzato Carlos (Barry Norton) e il futuro suocero, il conte Romero (Walter Connolly), che vuole incontrarla e conoscerla prima di acconsentire al matrimonio, Annie sprofonda nel panico, tanto che il suo primo impulso è quello di farsi credere morta. Non è ancora detta l'ultima parola, però, perchè Annie è la prediletta di Dave the Dude (Dave "lo Sciccoso" nella versione italiana, interpretato da Warren William), lo scaramantico gangster del quartiere, che non conclude un "affare" se prima non ha comperato una mela beneaugurante da lei: sarà proprio Dave ad accorrere in suo aiuto, trasformandola in una ricca signora, con tanto di marito di classe, il giudice Blake (Guy Kibbee), in realtà amabile truffatore con la passione per il biliardo. L'impresa sembra impossibile, ma l'inventiva e la tenacia di Dave, spalleggiato dal suo braccio destro Happy McGuire (nella versione italiana diventa Sorriso, interpretato da Ned Sparks), da quello sinistro - e anche un po' idiota - Shakespeare (Nat Pendleton) e dalla scatenata e affascinante Missouri Martin (Glenda Farrell), riusciranno a salvare la reputazione di Annie, dopo aver innescato una travolgente escalation di inganni (che causeranno altrettanti e spiacevoli contrattempi), con stampa e polizia sempre alle calcagna dei protagonisti, fino al colpo di scena risolutore e al festoso happy end.
Tratto da Robert Riskin, sceneggiatore di fiducia di Capra, dal racconto Madame La Gimp (pubblicato nel 1929 su Cosmopolitan) di Damon Runyon (l'ex giornalista che raccoglierà gran parte delle sue migliori short stories nel celebre Bulli e pupe), Signora per un giorno, insieme ai precedenti La donna di platino e La follia della metropoli e al contemporaneo L'amaro tè del generale Yen, contribuirà a lanciare definitivamente il nome di Frank Capra tra i registi di punta della Hollywood dei primi anni Trenta e a spalancargli le porte del meritato successo: qui la commedia resta ancora sospesa tra favola e miserie quotidiane, "realisticamente" osservate da uno sguardo sempre ironico e appuntito (e senza eccessive pretese di plausibilità), denotando, per brio, divertimento e raffinatezza stilistica, la mano sicura e ispirata del suo autore. La commedia americana, inoltre, non è ancora, ufficialmente, "sophisticated" (lo diventerà, per i compendi di storia del cinema, dall'anno successivo, inaugurata da Accadde una notte), ma Capra già ne anticipa e propone alcuni elementi tipici del plot (l'ambientazione nell'alta società, anche se fittizia e "ricostruita", in questo caso, da personaggi che non vi appartengono; un amore, quello tra Louise e il fidanzato Carlos - ma anche, di riflesso, quello tra una madre e una figlia - "a rischio"; la maschera, il travestimento, l'inganno), affidandosi ai dialoghi spumeggianti firmati da Robert Riskin e al tourbillon di equivoci e contrattempi che regolano gli snodi cruciali della vicenda, orchestrata su un ritmo sempre incalzante e sul divertimento delle gag (dalle prove del ricevimento con i falsi "gentiluomini" del jet set newyorkese ai battibecchi tra Shakespeare e Sorriso, tra esilaranti idiozie e battute taglienti), esaltando nella giocosità dell'insieme i guizzi satirici sulla (dis)simulazione della finzione e sul ribaltamento dei ruoli: poveri che diventano ricchi, criminali che diventano onesti, sindaci e governatori sorridenti che mentono in nome della giustizia e della bontà, miserabili in veste di gentiluomini che per un giorno si ritrovano a vivere una vita di sogno. È, simbolicamente, il sogno delle speranze del New Deal, dell'ottimismo: è, soprattutto, lo sguardo fiducioso di Frank Capra su una vita che "sarà" sempre meravigliosa.
Nel cast, oltre ai protagonisti (con May Robson che si guadagnò anche, tra le quattro raccolte dal film, una nomination per l'Oscar come miglior attrice), si segnalano le prestazioni travolgenti di Ned Sparks, Nat Pendleton e della radiosa e spumeggiante Glenda Farrell.
Con un sequel nel 1934 (La donna che amo, per la regia di David Burton e ancora May Robson come protagonista) e un remake a colori, Angeli con la pistola, diretto dallo stesso Capra nel 1961 (sarà il suo ultimo film) e interpretato da Bette Davis, Glenn Ford e Peter Falk.
"Scrivetela bene questa storia, mi raccomando!".

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