Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film
Il titolo originale "The wrong man" significa "L'uomo sbagliato" ed è molto più adatto al film della banale traduzione italiana, piuttosto fuorviante. La vera storia di Manny Balestrero e del suo arresto per una somiglianza col vero rapitore di un'agenzia assicurativa è trattata dal regista con un rigore e un'essenzialità che hanno fatto pensare a Bresson; in realtà uno dei modelli di riferimento potrebbe essere Kafka, con la differenza che qui il protagonista è sorretto da una fede cristiana assente nelle opere dello scrittore de "Il processo". Hitchcock racconta per l'ennesima volta la storia di un uomo innocente ingiustamente accusato di un crimine che non ha commesso e lo fa con grande attenzione al dettaglio e uno scrupolo quasi documentaristico nella drammaturgia curata dall'illustre scrittore teatrale Maxwell Anderson; la prima parte è piuttosto serrata, mentre nelle scene processuali si perde qualcosa in termini di intensità di scrittura, anche perché l'interesse si sposta maggiormente sul calvario psicologico della moglie di Manny ricoverata in clinica. È un film inconsueto nella filmografia dell'autore, ma che non meritava l'insuccesso con cui fu accolto, forse perché carico di un'angoscia che il pubblico non gradi' nonostante un finale aperto alla speranza. Henry Fonda recita con grande padronanza nel ruolo di un uomo travolto da circostanze su cui non può intervenire, ma forse ancora più brava risulta Vera Miles, immagine di una femminilità dimessa che scivola pericolosamente nel disordine mentale. È evidente che non può competere con "Vertigo" o "Psycho" o "Intrigo internazionale" ma resta un'opera di spessore su un soggetto grave che solo Hitchcock avrebbe potuto realizzare in questo modo.
Voto 8/10
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta