Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film
Proprio bello questo Hitchcock, e forse è troppo poco noto. Il regista del brivido ha il coraggio di dedicare una prima parte alla vita quotidiana del protagonista assoluto della pellicola (un bravissimo Henry Fonda), facendo vedere piccoli eventi per nulla sensazionali o peculiari. Però lo fa con quel tono particolare che conferisce ad essi una sottile tensione, e un presentimento vago su qualcosa che deve accadere, come solo i maestri sanno fare. Poi inizia il dramma, e il regista filma con perizia e attenzione ai particolari il calvario di un innocente colpito da false accuse e messo in galera. Le riprese in soggettiva sono solo pochi spezzoni, ma la prospettiva del racconto e rigorosamente in soggettiva. Hitchcock, infatti, fa il possibile per calare lo spettatore nei panni del protagonista e mostrargli il suo dramma dalla sua prospettiva. Questo è forse il passo migliore del film, tra l'altro caratterizzato da una grande tensione e da un'essenzialità di stile.
In generale, mi pare che il regista punti il dito sulla spietatezza di certi meccanismi macina-persone. Più che sulla giustizia in sé (che nel film mi pare funzioni in modo accettabile), l'accusa è all'avventatezza di certi pseudo-testimoni, che in base a somiglianze e illazioni distruggono la vita (e la famiglia) di un innocente. Quelle stesse commesse pettegole che avevano dato inizio al linciaggio, poi non hanno neppure il coraggio di chieder perdono alla vittima, e si defilano sgattaiolando sotto i suoi sguardi. A questo proposito, Hitchcock è certamente spietato nello stigmatizzare certi comportamenti, tra cui la disattenzione dei giurati in tribunale, però il pessimismo e il cinismo dei suoi film più tardi sono ancora lontani.
Mi sono piaciuti anche i colloqui con l'avvocato, uomo che, pur aiutando l'imputato, ha in qualche modo addosso come una sottile ambiguità, sottolineata dalla musica. Si può infatti intuire in lui un sostegno solo professionale e non umano. Il personaggio della moglie, dal canto suo, ha anche qualcosa da dire: certe persone che vivono serenamente in una situazione accetabilmente tranquilla, non reggono il confronto con le prove più difficili, e ne rimangono schiacciate.
Bellissima la sequenza del protagonista che prega con le immagini del vero ladro in sovrimpressione: l'artificio tecnico comunica molto bene l'idea che è l'intervento di Dio, seguito alla sua preghiera, a far venire alla scoperta il colpevole. Quando si dice il linguaggio del cinema...
Se non fosse un film di Hitchcock, che ha fatto di meglio, gli avrei dato cinque stellette.
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