Regia di Gianni Amelio vedi scheda film
Probabilmente il miglior film di Amelio, forse l'unico pienamente riuscito nella controversa carriera del regista italiano. Forse perchè si tratta di un'opera certamente meno ambiziosa di "Lamerica" o di "Così ridevano" (quest'ultimo decisamente irrisolto per via della sua impervia struttura ellittica), per non parlare del recente "La stella che non c'è", pretenzioso film senza capo nè coda. Nel "Ladro di bambini" invece Amelio gioca in casa, trovandosi pienamente a suo agio nel gestire la dinamica psicologica che si instaura fra tre caratteri del tutto diversi: un bambino introverso e taciturno, probabilmente shockato dal dramma familiare; una ragazzina già provata dai mali della vita e pertanto consapevole e disillusa; un giovane carabiniere meridionale, buono come il pane, semplice d'animo, fino a rasentare l'ingenuità. La direzione degli interpreti è eccezionale e, unita alla straordinaria bravura dei due bambini e del grande Lo Verso (forse il miglior attore italiano degli anni 90), rende sempre interessante questo road-movie per le varie Italie (quella degradata delle periferie metropolitane e quella serena, ma adombrata dalla spada di Damocle della criminalità organizzata, del Mezzogiorno). Sagace nella commistione di dramma e umorismo, impreziosito da una colonna sonora mai invadente (alternando percussioni vaganti e musica leggera italiana in presa diretta), attento alle notazioni d'ambiente, "Il ladro di bambini" resta una delle cose migliori che la nostra cinematografia abbia prodotto negli ultimi 30 anni.
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