Regia di Edoardo Winspeare vedi scheda film
Un inizio che fa presagire qualcosa di importante e una Donatella Finocchiario davvero bravissima, ma con l'andare dei minuti, forse troppi, il film si spegne, appiattendosi su un crinale in bilico tra passione e pallottole e come spesso accade sul grande schermo, la via di mezzo non paga. Insomma, ad Hollywood, con attori protagonisti di questo livello e così a loro agio nei propri ruoli, con Gifuni incastonato nell'ennesimo personaggio delle istituzioni, ne avrebbero fatta un'opera di grande successo. Qui l'alchimia non convince e tutto sembra ripetersi, prevedibile. La scelta del dialetto stretto sottotitolato, che da alcuni anni è moda tra i registi più intraprendenti, appesantisce il tutto, vista la durata non certo snella. Ci sarebbe da chiedersi perché tutto questo amore per il realismo, quando con un neorealismo dagli accenti localistici ma comunque in dialoghi italianeggianti, si è fatto la storia del nostro cinema. Bella la fotografia.
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