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Il ladro di Bagdad

Regia di Arthur Lubin, Bruno Vailati vedi scheda film

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La recensione su Il ladro di Bagdad

di easyboy82
4 stelle

Fumettino (-ino, appunto) mediorientaleggiante/fantasy che si guarda perchè c'è Steve Reeves e che si lascia poco ricordare, anche e soprattutto dato il capostipite a cui si rifà, quel "Il ladro di Bagdad" del 1924 con Douglas Fairbanks che ritengo, nella sua versione magistralmente restaurata, uno dei film più "magici" che abbia mai visto. Questa coproduzione italo-franco-statunitense del '61 ne è, a tutti gli effetti, un nipote "povero". Si tratta di un remake in senso blando, dato che pur conservando titolo, alcuni punti chiave della vicenda e alcune situazioni presenti nella storia originale (ispirata a "Le mille e una notte"), per il resto la trama se ne diparte ampiamente modificando e comprimendo vicende ed episodi (anche per autocontenersi nell'oretta e mezzo della durata totale) e perdendo un bel po' di pathos per strada. E già nella breve durata si capisce che il film manca proprio di respiro, nulla vi si ritrova del fascino, della magia, dell'epicità del film del '24. Inoltre il montaggio e la continuità della storia sono a tratti parecchio traballanti. Tutto il resto, cast (a parte Reeves), regia , set...è nella media, anzi forse un po' sotto, dei peplum coevi: tutto molto blando e dimenticabile. Perchè due stelline anzichè una? Perchè alcune sequenze della parte avventurosa sono abbastanza gradevoli e poi...perchè c'è Steve Reeves! Una nota finale: consiglio a tutti di guardare "Il ladro di Bagdad" del '24 nella sua versione restaurata "tinted throughout" che restituisce alla pellicola la magia che deve aver avuto per chi lo vide alla sua uscita (e che purtroppo al momento -  agosto 2013 - non è disponibile su dvd Pal regione 2: il dvd edito nel 2010 da DCult/Cecchi Gori a quanto ne so utilizza infatti un vecchio master in B/N classico).

Sulla trama

Cambiando all'origine le caratteristiche del protagonista, qui presentato come una sorta di Robin Hood del medioriente, va persa anche la semplice ma splendida morale che apre e chiude il film del '24: "Happiness must be earned".

Su Steve Reeves

Ci delizia qui con una sola scena completamente a petto nudo, a cui si aggiungono alcune sequenze finali in cui la magliettina blu che indossa va via via stracciandosi rivelando la possenza dei pettorali che vi stavano sotto....le capacità attoriali sono quelle che sono: non solo l'espressione del viso è più o meno sempre quella (ma ha la fortuna che la sua unica espressione è una bella espressione) ma anche nei movimenti il povero Steve mi pare più di una volta piuttosto goffo e impacciato. Però si tratta di uno dei volti e dei fisici più belli mai passati sugli schermi. Chiudiamo un occhio?  ;)

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