Regia di Brian De Palma vedi scheda film
Un Brian De Palma ancora acerbo. “Hi, Mom!” non si colloca certo tra i suoi migliori film, a tratti è decisamente noioso, ma è assai istruttivo non solo per osservare gli inizi di carriera del regista, ma anche una delle prime interpretazioni importanti di Robert De Niro, qui già splendidamente doppiato all’inimitabile Ferruccio Amendola. La prima parte del film scorre senza intoppi, ma quando De Palma comincia a giocare con lo schermo riducendolo ad un un quadratino, mostrandolo in formato televisore anni ’60, passando allegramente dal colore al bianco e nero, scimiottando le trasgressioni intellettualoidi di Jean-Luc Godard, che almeno erano divertenti, si finisce con lo sbuffare. Sembra che al regista lo schermo stia stretto e debba manipolarlo. Con i successivi “Sisters” (1973) e “Phantom of the Paradise” (1974) saprà fare di meglio. Chi invece mette con questa prova una seria ipoteca su un più che brillante futuro è certamente Robert De Niro, straordinario ex-marine della sporca guerra per antonomasia, sradicato dalla sua stessa società, emarginato ma in sintonia con l’aria del 1970. La contestazione di fine anni ’60 non si è ancora spenta ma, dopo hippies, figli dei fiori e pacifisti vari, tutti contrari alla guerra del Vietnam, anche la causa dei Neri ha fatto irruzione sulla scena dei movimenti “rivoluzionari”. La parte del film dedicata alla pur nobile causa è il suo punto più debole. Documentaristica quanto si vuole, è ripresa in maniera concitata e confusa, dura troppo e si riduce ad un fallito esercizio di stile. Il finale, ironico e in fin dei conti sconsolato, salva la baracca. Salvataggio coadiuvato da una godibile colonna sonora perfettamente “vintage”.
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