Regia di David Slade vedi scheda film
Una ragazzina adesca un pedofilo per torturarlo fino a fargli ammettere il suo atto.
Un’ Ellen Page talentuosa, sciolta, disinibita già da giovanissima. Capace di giocare sulle sue caratteristiche di bambinella iperattiva fino ad un’irritante antagonista. Trascinante in tutte le fasi della storia, già da subito, non solo impersona perfettamente la pazzoide di turno ma la stravolge fino ad una situazione che dall’angoscia finisce nel grottesco deviante, assurdo, inquietante. Un killer assetato, o il peggiore dei peggiori santoni, disposto a qualsiasi sacrificio pur di proseguire la propria opera.
Le rivincite del poveraccio di turno contro le umiliazioni della sadica torturatrice, un duello senza esclusione di colpi fatto più di parole e forza mentale che di pugni o inseguimenti. La casa claustrofobica come un labirinto lucente, lineare, dove si svelano tutte le contorte vicende dell’uno e tutti i tratti più malati dell’altra, una casa trasformata in labirinto, un immenso ed inquietante labirinto.
Tutto sommato, un thriller da camera raffinatissimo, senza troppi espedienti sanguinolenti o truculenti, il sensazionalismo c’è ma è qualcosa che colpisce inaspettatamente, forte, e dove i calci, i pugni e la disperazione – non essendo svenduti – quanto arrivano, sono ancora più violenti.
Il duello psicologico non rallenta il ritmo, quasi i calci e i pugni fossero le parole stesse, i personaggi restano due misteri insondabili, le informazioni, le parole, servono solamente a difendersi, della realtà non frega niente a nessuno, uno deve salvarsi a tutti i costi e l’altra ha bisogno di sentirgli dire d’essere colpevole a tutti i costi.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta