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Le morti di Ian Stone

Regia di Dario Piana vedi scheda film

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La recensione su Le morti di Ian Stone

di mc 5
8 stelle

Finalmente un horror-thriller non banale, con un buon ritmo ed una storia originale. In una stagione di horror tappabuchi ci sarebbe quasi da festeggiare. Andiamoci piano, comunque, con gli entusiasmi, dato che la critica ufficiale è stata piuttosto tiepidina con questa pellicola, cui ha attribuito per lo più una risicata sufficienza. Intanto vediamo di conoscere l'immagine di tutta la vicenda, rappresentata da quel volto che campeggia sul manifesto, tutto deturpato e lacerato da mille ferite (curiosamente quel viso, ma solo su quel manifesto, assomiglia a Joe Cocker da giovane...). E' l'immagine di Ian Stone, un oscuro impiegato che si trova al centro di una vicenda delirante e soprannaturale. Va detto subito che Mike Vogel (il protagonista) se la cava alla grande, e la sua faccia è l'ideale per quel ruolo, con le sue espressioni assorte e stupefatte. Lo avevamo visto, Vogel, l'ultima volta nel 2003 alle prese col remake di "Non aprite quella porta" e lo attendiamo fin d'ora ad altre prove, ormai sicuri di poter contare su un discreto attore. La vicenda è incalzante e suggestiva. Un uomo si trova, con comprensibile sgomento, a realizzare di essere al centro di un meccanismo infernale: la sua vita viene ogni giorno soppressa (traduzione: qualcuno lo uccide) e subito dopo lui rinasce con un'altra identità, trovandosi circondato dalle persone usuali ma anch'esse con identità mutate. C'è da impazzire, vero? Ma accade anche di peggio, quando si svela l'esistenza di un mondo di dèmoni che al posto delle braccia hanno delle orrende chele e che, per sopravvivere, debbono "respirare" la paura di morire della gente che sta loro accanto. Però, alla fine di tutto questo dramma assai dark, c'è una morale edificante: sapete chi salverà il protagonista dalle spire del Male? Indovinate. Ma l'amore per una graziosa biondina!! Vabbè. Comunque la storia è rappresentata con ottimo ritmo, dosando le immagini che spaventano e le situazioni angosciose, con un Mike Vogel che -come dicevo- si muove benissimo in questo viaggio nell'incubo. Se proprio vogliamo trovare dei difetti, diciamo che il ritmo è talmente sostenuto che in certi momenti la concitazione rende faticosa la comprensione di ciò che sta accadendo. Singolare poi il curriculum di questo regista, tale Dario Piana. Pare che costui (milanese) vent'anni fa diresse in Italia "Sotto il vestito niente 2" (che a giudicare dal titolo non pare essere qualcosa di fondamentale) per poi emigrare in America specializzandosi in spot pubblicitari, e adesso rieccolo che dagli USA ci spedisce questa sua opera seconda. Ripensando alla forma e allo stile del film, di positivo c'è da dire che, nonostante la faccia da figo di Vogel sia un potenziale richiamo per le ragazzine, questo non è affatto il solito teen-horror, è qualcosa di più e di meglio. Girato benissimo, veloce e godibile, l'ideale per passare un'ora e mezza al fresco "condizionato" di una sala in una calda serata estiva. Forse anche il montaggio concorre a dare un bell'effetto. Per esempio, nelle ultime scene, quando il protagonista viene catapultato di nuovo nella pista da hockey su ghiaccio, questo "ritorno" è così secco ed inaspettato che genera un bell'effetto sul pubblico. Bello questo percorso che inizia, nei titoli di testa, da una pista da hockey per poi sprofondare dopo pochi secondi all'inferno, e successivamente risalirne e concludersi in quello stesso palazzo dello sport da dove tutto aveva avuto inizio, ma con una differenza che non rivelerò. Anche i personaggi secondari sono costruiti piuttosto bene, da Jenny (la fidanzatina) a Medea (la compagna demoniaca) e a Gray (il dèmone buono e malinconico che si lascerà morire), tutti quanti impersonati da attori a me sconosciuti ma molto bravi. In sostanza, una buona prova che aprirà altre strade hollywoodiane al nostro Dario Piana, (il quale però sembra non abbia alcuna intenzione di tornare in Italia, e fa anche bene, perchè se torna, col cavolo che qui da noi riesce a fare un altro film come questo). Come accennavo prima, unico problema della pellicola (ma forse è un problema solo mio) è che tutto questo intrecciarsi di nuove morti e nuove vite, con annessi personaggi che ogni volta si ri-propongono, ha generato in me una certa fatica a seguire. Comunque sia, questo filmetto vale cento volte tutti i "Boogeyman" di questo mondo. Nel suo piccolo, già un cult.
Voto: 7/8

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