Regia di Enrico Pitzianti vedi scheda film
Il cinema sardo c’è. Dopo Sonetàula e Jimmy della collina, il romanzo di un giovane povero (di spirito) che arriva dalla provincia pieno di intenzioni e a Cagliari scopre le brutture del mondo moderno. L’invidia, il razzismo, la precarietà, le cattiverie grandi e piccole. Tutto torna dice il titolo, però la storia metropolitana, corale, multiculturale alla Özpetek, fa un po’ fatica a tenere insieme i tanti, troppi spunti di partenza. È la storia di Massimo, rigidino e serio serio, occhialetti da Harry Potter, che va in città perché sogna di fare lo scrittore, ospite di uno zio che invece sogna di essere Briatore, gestore di locale trendy, casa open space e Porsche cabriolet. La realtà non è quella che il ragazzo si aspettava, così come l’identità della bella cubana di cui si invaghisce e che gli nasconde quel qualcosa (in più) di cui, per altro, ogni spettatore si era già accorto. È la storia della Comunidad del condominio dove abita, tipo de la Iglesia, personaggi bizzarri, artisti di frontiera, macchiette umoristiche che restano lì. Un ritratto dal taglio a tratti anche realistico che il documentarista Enrico Pitzianti originariamente pensava di ambientare a New York dove aveva frequentato la Film Academy. D’interesse culturale regionale.
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