Regia di Tomas Alfredson vedi scheda film
Alla base di un buon film c’è sempre e comunque una buona idea e lo sviluppo della stessa, poi è vero vengono le interpretazioni degli attori e l’occhio del regista, ma se alla base non c’è una buona idea, il film non decolla. Alla base di questa pellicola svedese non c’è una buona idea, c’è un idea che seppur sembra sempre la stessa è in realtà diversa, è un’idea che osa e cattura. Se non dalla prima inquadratura, dopo circa un quarto d’ora, lo spettatore è zittito e coinvolto in una storia mai vista per intensità di sentimento. Tomas Alfredson regala frammenti di puro cinema, con inquadrature soggettive e caratteristiche che sembrano casualmente senza senso, ma sono intrise di rosso, come il sangue che sporca i volti ma non disturba comunque l’intimità che il cast crea tra personaggio e spettatore che, pur restando fuori, finisce per inserirsi all’interno di un contesto fantastico che stupisce ma non troppo, seppur il tutto resta impresso per un po’.
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