Regia di Tomas Alfredson vedi scheda film
Notevole davvero. Un film atmosferico, suggesivo, allusivo. La regia ci offre momenti particolarmente ispirati specialmente nella prima parte. Il difetto sta nella sceneggiatura, che spalanca talora alcune piste che non portano da nessuna parte: ad esempio, il tema del contagio (la bionda che diventa a sua volta un vampiro e che prende fuoco al contatto con la luce) non è sviluppato a dovere e la rappresentazione della quieta e civile società scandinava è approssimativa. Ma la messa in scena, tanto austera quanto variegata, riscatta in buona parte i limiti (o gli eccessi) dello script. Il film vuole compiere un discorso morale, psicologico, esistenziale e filosofico non tanto sulla banalità del male, quanto sulla sua necessità. Ma più che altro, credo che Alfredson abbia usato il pretesto dell'horror e del vampirismo per compiere un discorso vansant-iano (vedi Paranoid Park) sull'incomprensibilità dell'adolescenza, coi suoi confusi stati d'animo, l'idea ambigua di sessualità che ne consegue, la peculiare percezione dei comportamenti degli adulti, il rapporto con l'ostilità del mondo esterno: in questa prospettiva (come suggerisce la geniale e poetica inquadratura conclusiva sul treno), Eli altro non è che la proiezione fantasiosa con cui Oskar si costruisce il suo strumento di difesa dalle persecuzioni...Eli è l'arma segreta che Oskar utilizza per proteggersi dalla sopraffazione degli individui più forti di lui...Eli è l'irreale antidoto contro la solitudine di Oskar...Credo che "Lasciami entrare" sia anche una sorta di racconto di formazione, di perdita dell'innocenza, di scoperta del Male e del suo non-senso...
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