Regia di Tomas Alfredson vedi scheda film
E' un film che viene da una cinematografia nella quale l'horror non è una delle cose più note, a livello internazionale, ma sta conquistando estimatori e riconoscimenti: "Lasciami entrare", spesso accostato al successo di stagione "Twilight" per via del soggetto rapportabile su adolescenti, amore e vampiri, è la versione nobile del campione d'incasso americano, se proprio vanno accostati. Al di là degli effetti speciali, qui molto migliori dell'altro film( è vero che i gatti in preda a furore aggressivo sono troppo evidentemente rielaborati al computer,ma è l'unica pecca ascrivibile al film da questo punto di vista), il film di Tomas Alfredson è un bel racconto d'amore tragico, malato e profondamente tragico: un ragazzino molto solo che conosce una coetanea(sicuri?) vicina di casa bizzarra che appare senza far rumore e sembra non subire il freddo, vessato dagli stupidi bulletti della scuola, notti gelide e silenziose intorno, un bizzarro assassino che stordisce le sue vittime e le dissangua sullo sfondo. Il racconto, malinconico e dotato di una forza notevole e progressiva, parte lento ma giunge al finale acuendo l'interesse dello spettatore ben raccontando un adolescenziale spaesamento e una storia d'amore sui generis molto toccante. Amore e Morte si abbracciano come nelle grandi epopee romantiche, e il finale suggerisce l'eredità di una dannazione perseguita con ineluttabile consapevolezza: un film horror che lascia spesso fuori campo i picchi splatter ( ma non mancano passaggi da brivido,soprattutto nei dettagli) che è un piccolo gioiello, e rende ancora una volta il vampirismo una malattia equivalente ad una cronica e disperata carenza d'affetto.
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