Regia di Raoul Walsh vedi scheda film
Ho visto questo film nella versione magistralmente restaurata che, oltre a essere splendida nel video e nell'audio, soprattutto reintegra le tinteggiature colorate della pellicola originale, presenti sempre, dall'inizio alla fine del film ed elemento fondamentale per l'atmosfera di questo lungometraggio, che ritengo semplicemente "magico". Le scenografie, un maestoso mix di orientaleggiante e art déco, tolgono il fiato, le scene notturne virate in violetto hanno un'aura e un fascino che raramente si vedono sullo schermo (ma c'è anche il giallo per il pieno giorno, il blu intenso per la notte, il rosso per la valle del fuoco, il verde per gli abissi del mare....), gli effetti speciali sono eccezionali per il '24 e non spezzano l'incantesimo neppure per lo spettatore moderno. L'essere un film "silenzioso" giova all'atmosfera della storia anzichè essere un minus, la rende a suo modo più epica, più icastica, più romantica, trasfigurandola in una vera favola. E se questa pellicola può far sognare in modo così convincente chi la guarda oggi, non posso che immaginare cosa debbano aver provato gli spettatori di allora, sia per il film in sé sia per il suo protagonista, allora all'apice del suo stardom. Fairbanks voleva che questo film fosse un "epic", e c'è riuscito. Il film è lungo, e come tutti i film muti risulta percettivamente ancora più lungo della sua effettiva durata data la mancanza di abitudine che molti di noi hanno a visionare film non parlati, Eppure questa lunghezza ci vuole tutta, ci vuole per dipanare la storia nei giusti tempi, costruire tensione, raccontare molteplici avventure le cui fila vengono poi tutte riassunte in quel meraviglioso motto, "Happiness must be earned", formato dalle stelle, che apre e chiude la vicenda. Per me uno dei film più affascinanti e belli di sempre, sicuramente una delle pellicole più importanti e rappresentative della Hollywood degli "anni d'argento", quegli anni '20 che videro il cinema muto raggiungere la sua perfezione visuale e narrativa per poi essere, ironia della sorte,immediatamente spazzato via dalla rivoluzione del sonoro.
Qui lo ripeto: in quella frase formata magicamente dalle stelle in apertura e in chiusura del film, in sequenze notturne splendidamente virate in blu, sta tutto il significato della storia e ciò che te la fa rimanere nella memoria e nel cuore. "Happiness must be earned"
Nella versione restaurata, splendida.
Uno dei divi per eccellenza della Hollywood silenziosa, qui sta a petto nudo quasi tutto il tempo, facendo bella mostra di un fisico incredibilmente atletico e invidiabile per un 41enne. La sua recitazione è piuttosto , come dicono gli americani, "hammy", ovvero molto pantomimica, lo è anche per gli standard del '24, quando la recitazione nel muto si stava allontanando dai gesti ampi e dalle espressioni facciali eccessivamente amplificate, avviandosi verso forme più composte e naturali conformi a quelle a cui ci siamo abituati con l'avvento del sonoro. E tuttavia qui questo genere di interpretazione "ci sta". E per il genere del film, e perchè è Douglas Fairbanks, che così recitava e così, sbruffone, esagerato e dall'ampia risata, era voluto e amato dal suo pubblico dell'epoca,
Incredibilmente affascinante nel ruolo della "treacherous mongolian slave" e nelle scene notturne di palazzo virate in un mistico violetto. Un'attrice che sarà nella sua carriera vittima sia della classica abitudine hollywoodiana di fare "typecasting" (per cui sarà sempre scritturata come femme fatale esotica e pericolosa), sia del famoso "codice hollywoodiano" e della "segregazione razziale" di fatto vigente nel cinema americano fino agli anni '60 (per cui non avrebbe mai potuto ricoprire il ruolo di protagonista femminile al fianco di un attore non di origine cinese. Emblematico il caso "La buona terra": la May Wong dichiarò essere suo desiderio interpretare un'eventuale versione cinematografica del libro fin dall'uscita di quest'ultimo, ma quando un film tratto dal romanzo fu effettivamente girato tutto quello che le proposero fu una piccola parte nei panni della donna di piacere che poteva minacciare l'armonia famigliare dei protagonisti, tutti interpretati da americani in tenuta cinese. Evabbè, così girava Ollivud....godiamocela, luminosa, in questa perla del '24.
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