Regia di James Gray vedi scheda film
Una rivelazione. Su uno spunto risaputo, Gray scrive e dirige in maniera impeccabile un'opera ammirevole per la densità tematica, per il bilanciamento delle componenti, per la gestione dei tempi filmici: dopo pregevoli film d'azione, Gray realizza un film altrettanto tumultuoso, una sorta di thriller sentimentale con tanto di finale mozzafiato. Acuto, attendibile ed approfondito spaccato della NY ebraica, con tutti i suoi rituali e le sue convenzioni: Gray, anch'egli ebreo, riesce a ritrarre questo milieu sociale con un misto di affetto e senso critico, restituendo tanto la grettezza mercantilista di due famiglie borghesi alla ricerca di un matrimonio pilotato quanto la sensibilità, la tolleranza e il calore umano di queste stesse persone. Poi c'è la bionda inquieta e infelice a complicare (ed arricchire) la trama. Un film in cui l'ossesione amorosa si tinge di quell'amarezza tipica dell'età adulta, anche quanto la passione può portare ad agire istintivamente, ad abbattere le dighe erette dalla ragione e a regredire ad un utopistico stato adolescenziale. Un film che dimostra come si possa essere profondi e problematici, anche trattando una materia da soap opera.
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