Regia di Laurent Cantet vedi scheda film
Tutto il film si svolge “dentro le mura” della scuola, come indica il titolo francese: gli alunni che passano la ricreazione in cortile sembrano carcerati durante l’ora d’aria. Ma il mondo esterno, anche se non si vede mai, si fa sentire eccome: nella composizione interrazziale della classe (che viene assunta come un dato di fatto, senza voler dimostrare a tutti i costi che multietnico è bello), in ciò che si viene a sapere dei genitori (la madre del cinese viene arrestata per immigrazione clandestina, il padre del ragazzo espulso vuole rimandarlo in Mali); e c’è la consapevolezza, implicita ma chiara, che il futuro dei ragazzi si deciderà comunque altrove, a prescindere dal loro rendimento scolastico. Del resto i programmi sono ormai entrati in un’inarrestabile spirale al ribasso: mentre il collega di storia lo invita a far leggere Voltaire, quello di lettere è alle prese col congiuntivo, rifiutato dai ragazzi perché “nessuno parla così”. Leggermente ricattatorio nell’uso dei veri studenti (che conservano i loro nomi anche nella finzione), il film ha però il merito di evitare tentazioni manichee: l’insegnante non è un eroe, anzi difende in modo un po’ scorretto la propria autorità minacciata; gli alunni, anche quelli che nascondono i loro impacci dietro la spacconeria, sono solo adolescenti alle prese con la fatica di crescere.
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