Regia di Helen Hunt vedi scheda film
Brava attrice, Helen Hunt, mai scontata. Soprattutto non si è mai sputtanata come molte altre sue colleghe. Arriva un’età in cui Hollywood si dimentica di te. C’è passata pure Bette Davis. E se non vuoi mettere un annuncio su un giornale, non resta che far da sé, perché chi fa da sé fa per tre. E allora ha scritto, diretto ed interpretato un piccolo e delicato film sentimentale in cui si ritaglia la parte della leonessa ferita e confusa, ma che ritrova una propria ancora di salvezza anche nella fede intesa come fiducia, verso se stessi e verso qualcosa che va al di là della vita terrena. Amante dei piani sequenza, Hunt non trova ancora, giustamente, una propria dimensione registica, ma un tono ce l’ha, intimista e placidamente appassionato. Ne esce fuori un film femminile in cui contano più come si sbaglia che perché si sbaglia, le cose non dette più di quelle dette. Bel ritorno di Bette Midler in un ruolo incoerente ed ambiguo ma affettuosamente delizioso.
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