Regia di Helen Hunt vedi scheda film
Un bisogno insopprimibile di maternità può cambiare le vite.E'questo l'assunto dell'esordio dietro la macchina da presa in un lungometraggio di Helen Hunt.La storia racconta di un insegnante abbandonata dal marito che sente il bisogno, prima di varcare la fatidica soglia dei 40 anni, di avere un bambino.E nel contempo conosce la madre naturale con cui non ha mai avuto alcun tipo di rapporto.Helen Hunt scegliendo anche di essere protagonista del suo esordio si assume un bel rischio ma credo che ne è valsa la pena.Si ha la sensazione che usi la macchina da presa come il lettino dello psicanalista,che le serva per raccontare se stessa e il rapporto col proprio corpo oltre che per raccontare una storia di fantasia.E'un film delicato,sussurrato,minimalista nel suo approccio con un estetica quasi da Sundance che lentamente avvolge lo spettatore evitando il rischio della retorica che in una materia come questa è sempre dietro l'angolo.Perchè se è vero che all'inizio non si capisce bene tutta questo anelito di maternità prima che arrivino i 40 anni(soglia fatidica per molte cose sia per uomini che per donne ma non per la maternità a cui ormai si può arrivare senza ausili farmacologici o medici anche ben oltre la suddetta soglia d'età) poi si comincia a guardare con altri occhi questa donna smunta,magrissima e che mette in bella mostra tutti i segni del tempo che incorniciano il suo volto in una sorta di narcisismo all'incontrario.E la cominciamo a capire,cominciamo a capire la sua vita grigia che ha necessità di essere rischiarata da un raggio di sole,capire che ha bisogno di un appiglio. Il rapporto con la madre arriva a proposito per fare chiarezza,così quello con Colin Firth,incidentato dalla vita anche lui nel più classico incontrarsi delle loro rispettive solitudini.Fa piacere rivedere la Midler al cinema(sembra non passarle un anno) che con la sua rotondità,solarità è l'opposto della Hunt.E'un film di perdenti che unendosi trovano il successo,è il film di una quasi quarantenne che impara a convivere con i segni incipienti del tempo che passa senza fare troppi drammi,è un racconto di formazione in cui alla fine tutti sono cambiati,tutti sono migliorati,tutti sono cresciuti.E qui siamo ben lontani dalla morale gattopardesca.Quando tutto cambia è un film sul progresso e sull'aumento della propria autostima.Perchè qualche volta per andare avanti senza subire continuamente traumi si deve cambiare per davvero...
ok
boh
non male
ok
non male
non male
poco più di un cameo
eccellente,non le passa un anno
un po'old style com nei suoi primi film inglesi
mette in mostra quasi con orgoglio tutti i segni del tempo....
un esordio al lungometraggio che denota personalità
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