Regia di Juan Antonio Bayona vedi scheda film
Gran successo di pubblico e di critica (ben sette i Goya vinti) in terra di Spagna, The Orphanage, prodotto dall’iperattivo Guillermo del Toro, è l’opera prima di Juan Antonio Bayona. Il regista spagnolo è già stato cooptato da Hollywood, del resto già in questo esordio la sua mano non difetta in professionalità. La regia è sicura, mai gratuita, capace di tenere in piedi una trama di certo non originalissima, molto e forse troppo vicina alle storie di fantasmi bambini giapponesi. Laura e suo marito vogliono trasformare un orfanotrofio in una comunità per bambini disabili, ma qualcosa di terribile è successo tra quelle mura e a quel destino Laura era sfuggita di poco, solo grazie all’adozione. La vicenda richiama elementi di Dark Water (gli spettri bambini in cerca di compagni di giochi e figure materne) e luoghi di Ringu 2 (la grotta in riva al mare) e The Others (la magione infestata è vasta e antica), ma la cura squisitamente tecnica della produzione infonde vita propria a passaggi in fondo risaputi. Non si tratta di un capolavoro, ma di un caso di cinema di genere sviluppato con intelligenza e dalla fattura accurata, che tiene la tensione con un’atmosfera inquieta e regala un paio di genuini spaventi.
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