Regia di Juan Antonio Bayona vedi scheda film
Vagamente ispirato a "The Others", non ne possiede però la stessa funebre torbidità. L'aroma pungente della polverosa carne sepolcrale affiora solo nella parte finale, insieme alla visione dell'oltre: quest'ultima, però, è affidata al consueto canone delle apparizioni di spettri e, nonostante il tormento personale della protagonista, non risulta sufficientemente elaborata sul piano psicologico. Dal film di Amenabar, Bayona riprende anche il leitmotiv della verità vicina, terribile e nascosta: tuttavia, l'ordinarietà dell'ambientazione nella realtà contemporanea sottrae all'argomento ogni fascino, rendendolo incapace di incutere terrore. Più che un horror, "The Orphanage" è un giallo popolato di fantasmi, che sono, però, solo personaggi di contorno: la loro esistenza rimane confinata in un aldilà irreale ed ingiustificato, indistinguibile, di fatto, da un sogno o da un'allucinazione. I bambini defunti sono ombre mentali, paure, speranze ed intuizioni che prendono una forma visibile, ma nulla più: in questo film non c'è parapsicologia, spiritismo o leggenda che possa conferire loro una dignità di esseri umani, di persone "altre" perché trasfigurate dall'insondabile mistero della morte.
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