Regia di Vittorio De Sica vedi scheda film
Difficile dire ancora qualcosa di nuovo su Ladri di biciclette. al di là delle polemiche sul neorealismo, sulla tecnica del pedinamento e sulla scelta di attori non professionisti e presi dalla strada, è necessario ricordarsi che non siamo di fronte a un saggio di sociologia, ma ad uno spettacolo cinematografico. E bisogna anche ricordarsi che De Sica era un consumato uomo di spettacolo già da parecchi anni, quando realizzò Ladri di biciclette. E grazie a Dio ha saputo trasfondere nel film questa sua esperienza spettacolare, facendone un appassionato viaggio nei meandri della Roma della ricostruzione postbellica, talvolta disperata, ma vitale, con i germi dei mondi diversi che compongono anche oggi le nostre città, laddove in alcuni quartieri prevale una legalità perfino esasperata (come si vede nella sequenza dello stadio), mentre in altri hanno difficoltà ad inserirsi anche le forze dell'ordine.
A distanza di tanti anni, dunque, Ladri di biciclette resta straordinaria opera d'arte ed eccezionale documento, che dimostra soprattutto un contenuto di straordinaria umanità, in particolare dei suoi autori De Sica e Zavattini.
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