Regia di Vittorio De Sica vedi scheda film
Ladri di biciclette non è solo l’affresco storico-sociale di un’Italia ferita, appena uscita dalla Seconda guerra mondiale e dall'occupazione nazifascista; un posto difficile per gli umili, nel quale un padre di famiglia si trova stretto tra la miseria e i valori morali di una società incapace di aiutare i più deboli. Il film di Vittorio De Sica è un’opera dall’importanza capitale per quanto riguarda la creazione stessa di un concetto di italianità nuovo, arrivato in un momento storico nel quale il Bel paese, per smaltire le scorie del ventennio fascista, aveva il bisogno vitale di reinventarsi totalmente.
Il neorealismo di De Sica si cala nella vita di tutti i giorni, sfruttando bravi attori non professionisti per raccontare la piccola tragedia di un uomo comune, la Roma del secondo dopoguerra, diroccata e calorosa; un luogo che De Sica cristallizza nel tempo, coi suoi santoni, i ladruncoli, le mozzarelle in carrozza e l’arte del tirare avanti.
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