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Burn After Reading. A prova di spia

Regia di Ethan Coen, Joel Coen vedi scheda film

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La recensione su Burn After Reading. A prova di spia

di Furetto60
7 stelle

Ottima commedia noir dei fratelli Coen.

L’agente Osborne Cox alias John Malkovich, è un analista della CIA, lo vediamo con passo svelto, recarsi nell’ufficio del direttore, per ricevere un inaspettato licenziamento dai suoi superiori: ha problemi con l’alcol, è inaffidabile, sta diventando un problema. Sbatte la porta, elargendo una battuta al vetriolo, sulla natura dei mormoni. Ritiratosi a vita privata, praticamente disoccupato, Cox decide di scrivere un libro sulle sue memorie e le incide su di un registratore, che la moglie fedifraga Katie alias Tilda Swinton, sempre più antipatica e fredda, scarica su un cd per farne una prova, in vista dell'imminente divorzio, di cui il marito non sa ancora niente. Il cd viene smarrito dalla segretaria dello studio legale cui Katie si è rivolta e finisce casualmente nelle mani di una coppia di istruttori di una palestra Linda Litzke alias Frances McDormand donna di mezza età che anela ad interventi di chirurgia estetica che non può permettersi e si trastulla a caccia di eros, tramite incontri al buio via chat e l’altro Chad, un istruttore vanesio e svampito. I due un po' per avidità, un po' per il gusto dell'avventura, pensando di essere entrati in possesso di materiale scottante, risalgono al proprietario, che è l’Osborne di cui sopra e decidono di ricattarlo. Parallelamente, Linda avvia una frequentazione sessuale con lo sceriffo federale Harry alias George Clooney, che però è anche l’amante della moglie di Cox, Katie. A quel punto l'estorsione si incrocia con i pericolosi legami erotici che si sviluppano tra i personaggi e in cui il maniaco del jogging e degli amplessi fugaci, Harry gioca la parte principale. Le sue mirabolanti piroette, fra la moglie dell'agente segreto e la bionda Linda in cerca di soldi per restaurare un fisico che «è arrivato al capolinea» saranno l'equivoco che darà il là a questa cascata di avvenimenti, con l’immancabile cambio di passo, dal giallo a incastro, alla commedia degli equivoci, per finire con il dramma macchiato di sangue. A una prima visione, Burn After Reading può sembrare un’ opera minore all’interno della ricca filmografia dei Coen, quasi una pausa disimpegnata rispetto alle vette raggiunte con "Fargo", "L’uomo che non c’era" e "Non è un paese per vecchi."Con una riflessione più approfondita, risulta invece chiaro che questa paradossale spy story grottesca, quasi ai limiti del demenziale, si incastona perfettamente nell’universo cinematografico dei due fratelli, consentendo una corrosiva satira, sull’assoluta insensatezza di buona parte delle vicende umane e sul caos che le governa. La conclusione cui giungono i geniali fratelli, senza troppe perifrasi è che l'idiozia umana non è gestibile, il risultato è solo disordine e azioni inspiegabili. Ecco perché, nei loro film, appare sempre difficile trovare una morale della storia: la morale è che anche il cinema non ha morale. I personaggi si agitano, inseguendo obiettivi futili e ignobili, il loro comportamento è guidato, da una catena di eventi senza razionalità. Il fascino, nel vedere una nuova pellicola dei fratelli del Minnesota, sta nel godersi l'intreccio implacabile: ogni volta si aspetta la parola o il gesto di troppo che farà partire la giostra dell’assurdo. I registi divertono e soprattutto si divertono a mettere alla berlina, non solo le star hollywoodiane consenzienti, costrette a interpretare in maniera irresistibile una vera e propria manica di balordi, ma anche l’intero sistema politico e burocratico americano. Da questo canovaccio, i Coen imbastiscono una commedia degli equivoci a tratti anche troppo contorta, resa però assolutamente godibile, da una sceneggiatura spumeggiante e da interpreti in stato di grazia. il film mette in scena con cinismo e ironia i peggiori vizi e le più assurde paranoie dell’uomo di oggi. Il rutilante circo messo in piedi dai grandi cineasti, prende vita con i suoi protagonisti, ed è impossibile prevedere dove vada a parare, impensabile cercare di comprenderne le dinamiche. Non ci sono né buoni né cattivi, ma soltanto tante meschine macchiette che si comportano in maniera illogica, alla ricerca di obiettivi irrilevanti o inesistenti, gente che agisce senza pensare mai alle conseguenze. I Coen mantengono il ritmo sempre alto e trovano il giusto compromesso fra umorismo e azione, condendo il tutto con i loro dialoghi grotteschi al limite del demenziale e con alcune trovate esilaranti, Formidabili le prove di tutti gli attori principali di Brad Pitt e John Malkovich qui letteralmente scatenato, senza dimenticare George Cloney. Fra improvvisi colpi di scena, Burn After Reading approda a un finale ingiustamente considerato da alcuni come tronco, ma che invece è decisamente sintomatico, nel sintetizzare il significato della vicenda, ovvero la totale assenza di senso e di logica, con una chiusura strepitosamente paradossale: alla Cia fanno il resoconto di cosa è successo, del sangue versato, dei rischi corsi, la conclusione è che non si è capito il perché tutto sia successo, la conclusione è che non c'è una conclusione. Attraverso questo surreale discorso, i Coen dopo aver esplicitato, con cinismo e sarcasmo in poco più di un’ora e mezza, l’inadeguatezza e la pochezza del genere umano, praticamente ci informano, di non sapere che cosa sia successo e perché sia successo, e soprattutto di non poter consegnare alcun insegnamento alla vicenda. A loro non resta quindi che allontanarsi beffardamente da questo teatro dell’assurdo e del grottesco, con un’ultima irriverente inquadratura satellitare che chiude il film. Presentato in anteprima mondiale alla 65ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, di cui è stato il film d’apertura. Fra i protagonisti del film, come accennato, una vera e propria parata di stelle.

 

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