Regia di Lucio Fulci vedi scheda film
Il film d'esordio di Lucio Fulci alla regia denota già una buona padronanza del mezzo cinematografico, ma è contenutisticamente confuso e povero d'idee. La coproduzione italo-spagnola è particolarmente scalcinata (nei bonus del dvd Giacomo Furia racconta di essere stato pagato con del mobilio per la sua casa nuova) e il film risulta spezzato in due tronconi, con le scene girate in Spagna (con Castagnato e la famiglia Scognamiglio) completamente staccate da quelle con Totò, peraltro annunciato in una "partecipazione straordinaria", che non volle muoversi dall'Italia. Purtroppo per la riuscita del film, le gag affidate alla famiglia Scognamiglio non fanno quasi mai ridere (Giacomo Furia, sfortunatamente, non è mai riuscito ad essere nulla più che una buona spalla) e perfino i monologhi di Totò, unico punto di forza della pellicola di Fulci, sembrano spesso forzati e rimasticati. L'unica battuta da mandare a memoria è pronunciata quando il commissario dichiara al collega americano del F.B.I. di appartenere alla Q.D.N., Sezione C.N.F.: Questura di Napoli, Cà Nisciuno è Fesso. Abbastanza stantii appaiono, invece, i giochetti sul cognome del brigadiere La Nocella - che a un certo punto diventa addirittura La Finocchia - interpretato da un Enzo Turco ben poco in parte ed ormai molto lontano dalla valida spalla di Totò che fu in "Miseria e nobiltà" (1954).
Un malavitoso italoamericano, noto per averla sempre fatta franca grazie a degli alibi, giunge a Napoli con un carico di sterline rubate. Mentre la polizia partenopea indaga, la famiglia di uno spiantato scaricatore di porto progetta di impadronirsi del bottino.
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