Julia, una donna incinta di qualche settimana, si sveglia una mattina e trova accanto a sé i corpi di due uomini, Ramiro e Nahuel, entrambi suoi amanti. Nahuel è morto mentre Ramiro è ferito ma vivo. Ma Julia non riesce assolutamente a ricordare cosa sia successo. Julia viene così imprigionata nel reparto dove si trovano le detenute con figli e dà alla luce un bambino, Thomas. In seguito alla condanna Julia sa che potrà tenere il bambino con sé solo fino all'età di quattro anni. Poi verrà affidato a sua madre, che le è contro e vuole che il bambino cresca fuori dal carcere. Ma Julia è combattuta nel dilemma su cosa sia meglio, per sé e per Thomas.
Il dramma di una madre viene sopraffatto dall'esecuzione di un crimine da contorni nebulosi. Pablo Trapero dirige con mano sicura un film che se da un lato convince come dramma carcerario, dall'altro lato fa qualche giro a vuoto intorno al rapporto madre figlio. Perche l'unico innocente di questa storia è il bambino. Tutto il resto rimane incerto.
la mano di Trapero si vede sempre, ma il trattamento sgangheratamente ellittico (e molto "arty") della narrazione risulta controproducente: alla fine non si capisce (più) perché si dovrebbe parteggiare per la protagonista...anzi si comincia a compatire sempre di più il suo disgraziato pargolo.
Appena visto in un cinema a Parigi in lingua originale. A tratti mi ha ricordato Pixote, stesso inferno carcerario..... Bello il personaggio di Julia, trasformata da ragazzetta a donna di tempra e carattere. Grandissima Marta !
Bel film, partenza triste ma sviluppo valido. leggi tutto
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Il carcere e la ricerca della libertà. E' questo il cammino della giovane Julia che non deve ricordare troppo gli eventi della notte in cui muore assassinato il suo compagno. E' costretta ad andare avanti e crescere dietro le sbarre il figlio che porta in grembo. Pellicola asciutta, ricca di tinte forti e drammatiche. La regia è attenta e molto legata alla protagonista, tutto ciò grazie ad un…
Appena visto in un cinema a Parigi in lingua originale. A tratti mi ha ricordato Pixote, stesso inferno carcerario..... Bello il personaggio di Julia, trasformata da ragazzetta a donna di tempra e carattere. Grandissima Marta !
Bel film, partenza triste ma sviluppo valido.
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Il dramma di una madre viene sopraffatto dall'esecuzione di un crimine da contorni nebulosi. Pablo Trapero dirige con mano sicura un film che se da un lato convince come dramma carcerario, dall'altro lato fa qualche giro a vuoto intorno al rapporto madre figlio. Perche l'unico innocente di questa storia è il bambino. Tutto il resto rimane incerto.
commento di Peppe Comunela mano di Trapero si vede sempre, ma il trattamento sgangheratamente ellittico (e molto "arty") della narrazione risulta controproducente: alla fine non si capisce (più) perché si dovrebbe parteggiare per la protagonista...anzi si comincia a compatire sempre di più il suo disgraziato pargolo.
commento di giovenosta