Espandi menu
cerca
Che. Guerriglia

Regia di Steven Soderbergh vedi scheda film

Recensioni

L'autore

FABIO1971

FABIO1971

Iscritto dal 15 luglio 2009 Vai al suo profilo
  • Seguaci 118
  • Post 11
  • Recensioni 526
  • Playlist 3
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Che. Guerriglia

di FABIO1971
8 stelle

"Io sto qui e per farmi andare via da qui mi dovranno uccidere. Io sarò al fianco di quelli che resteranno, fino alla vittoria".
[Benicio Del Toro ai rivoluzionari boliviani]

Riprende il racconto: "Nel marzo del 1965 Che Guevara informò i suoi collaboratori del Ministero Cubano dell'Industria che partiva alla volta di Camaguey per verificare la produzione di canna da zucchero. Pochi giorni dopo Guevara scomparve senza lasciar traccia. Dove fosse andato era oggetto di continue speculazioni, persino sua moglie Aleida affermava di non sapere dove si trovasse. Mentre da più parti si premeva per avere spiegazioni sulla scomparsa del Che, Fidel Castro decise di rendere pubblica una sua lettera". Nella lettera il Che rinuncia formalmente ai suoi incarichi nella direzione del partito, al suo posto di ministro, al suo grado di comandante e alla sua condizione di cubano: "Altre terre del mondo", scrive a Castro, "reclamano i miei modesti sforzi". Il Che arriva in Bolivia, a La Paz, il 3 novembre 1966, si unisce ai rivoluzionari del luogo ed insieme a loro parte per la giungla per addestrare le milizie ribelli ad una nuova sfida. Mario Monje (Lou Diamond Phillips), leader del partito comunista boliviano, non intende, però, appoggiare la lotta armata del Che contro il governo del presidente Barrientos:
"Mi dispiace, ma non ci sono le condizioni per il tipo di lotta che tu proponi".
"Mario", gli risponde Guevara, "in qualunque parte del mondo dove l'uomo sia sfruttato dall'uomo ci sono le condizioni. Quando in miniera ci lavorano i bambini, quando il 50% dei minatori non raggiunge i trent'anni di vita e quando questi stessi minatori fanno sciopero per migliorare i loro salari e sono massacrati dall'esercito, ci sono le condizioni o non ci sono le condizioni? Quando la mortalità infantile e quella delle guerre sono le più alte dell'America Latina per mancanza di ospedali e di cure mediche, esistono le condizioni, per me. Se una cosa abbiamo imparato a Cuba è che una sollevazione popolare senza l'appoggio della lotta armata non ha nessuna possibilità di prendere il potere".
Che - Guerriglia, girato tra la Spagna e la Bolivia, costituisce il cuore pulsante del progetto di Soderbergh: la sua rilettura delle imprese dell'eroe argentino, infatti, doveva essere incentrata inizialmente soltanto sulla tragica avventura boliviana del Che, sulla base dello script originale che Benjamin A. Van Der Veen aveva approntato per Terrence Malick prima che il regista indirizzasse definitivamente i suoi interessi su The New World. Lo sceneggiatore Peter Buchman ne riprende le bozze, insieme alle pagine del Diario del Che en Bolivia, scritto da Guevara tra il 1966 e il 1967 e pubblicato l'anno successivo, e dilata il racconto fino ad oltre 4 ore di durata abbracciando nel resoconto degli eventi anche la rivoluzione cubana (e Soderbergh annunciò anche, all'epoca dell'uscita nelle sale, che soltanto se il film avesse incassato almeno 100 milioni di dollari avrebbe rimesso mano alle vicende di Guevara per trattare anche il suo viaggio in Congo). Abbandonata la suggestiva frammentazione temporale del racconto utilizzata in Che - L'argentino, Soderbergh si concentra sulla cronaca minuziosa della missione boliviana del Che, immergendo la rievocazione storica nel drammatico incedere della quotidianità degli eventi: drammaturgicamente magnifiche, nella rarefazione delle atmosfere che ad esse preludono, alcune improvvise esplosioni di tensione che scuotono la narrazione, dall'arrivo dei rivoluzionari a La Higuera, dove l'esercito di Barrientos, equipaggiato ed addestrato dagli Stati Uniti, ha teso loro un'imboscata, che deflagra sanguinosamente in un frenetico e virtuosistico piano sequenza, o la quiete angosciante con cui si apre la battaglia in cui il Che verrà catturato dai militari. La fotografia (sempre curata dal regista, che si firma con lo pseudonimo di Peter Andrews), non più scintillante di luci calde, si ammanta di toni lividi e bluastri per evocare la crescente solitudine del suo eroe in marcia verso il tragico destino che lo attende, mentre la splendida colonna sonora di Alberto Iglesias contrappunta, tra languidi arpeggi di chitarra ed inquietanti tappeti elettronici, l'attesa di quella fine straziante e gli spettrali silenzi di cui essa si nutre.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati