Regia di Charlie Kaufman vedi scheda film
Giudizio meramente emotivo: che palle e che depressione. Un film cupo, quasi claustrofobico, angosciante e deprimente che verte sulla malattia e sulla morte e trova nell'immenso Philip Seymour Hoffman l'interprete perfetto.
Nulla si può criticare sul piano tecnico e qualitativo, al di là del succitato Hoffman il film ha molti punti di forza, il principale è sicuramente la capacità di strutturare un film dentro il film con i protagonisti che poco alla volta vengono assorbiti dalla finzione tragica di cui il protagonista è regista ed infine attore protagonista. Un teatro dell'assurdo che vede gli attori occupati a calarsi morbosamente nella parte per anni e anni, senza mai andare in scena, senza vedere un vero pubblico. Un viaggio nella mente, nel cinema, nella finzione e nella morte che non mira ad intrattenere lo spettatore ma ad assorbirlo, come il suo protagonista, all'interno della finzione scenica, costringedolo ad ammalarsi e morire col protagonista.
Attori superbi, non lo rivedrei ma non posso che consigliarlo.
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