Regia di Arnaud Desplechin vedi scheda film
Esistenze parallele, ferite profonde che il tempo non ha mai rimarginato, disfunzioni, amori inespressi, follia e un padre anziano e dolcissimo (Roussillon) che non riesce a rincollare i pezzi. È questo lo scenario che fa da sfondo ai giorni che una famiglia francese passa di nuovo insieme nella casa avita dopo tanto tempo. L'occasione è data dalla scoperta che mamma Junon (nomen omen: a interpretarla è una Catherine Deneuve molto imbolsita e giunonica) ha una rara malattia che ha qualche speranza di trattamento soltanto con un trapianto di midollo da un familiare geneticamente compatibile. In quei giorni, i vecchi rancori, le frustrazioni di un tempo, le asperità delle relazioni aggallano in forme anche violente.
Desplechin firma un film corale con un cast di attori mediocri nel quale spiccano le prove di Amalric e Roussillon. La materia filmica è debordante, l'urgenza di raccontare qualsiasi cosa sembra sfuggire dalle mani del regista, al punto da indurlo a ricorrere in più di un'occasione a indecifrabili soluzioni registiche in soggettiva e a simbolismi oscuri. La raffinatezza dei dialoghi riequilibra un film ipertrofico e fluviale, grottesco e originalissimo, ma assolutamente privo di un qualsiasi baricentro stilistico e davvero troppo ansioso di dire tutto il possibile in tutte le maniere possibili.
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