Regia di Arnaud Desplechin vedi scheda film
Natale a Roubaix: alla faccia dei Vanzina (e sulla falsariga della Vita meravigliosa di Capra), a Natale possono succedere anche cose spiacevoli, se non addirittura irrimediabili tragedie. E' il caso di questo Racconto di Natale che il regista francese Arnaud Desplechin imbastisce con la sua consueta fine psicologia attorno a un gruppo di famiglia lacerato al suo interno: il cordone ombelicale che univa una madre oggi sessantenne e i suoi tre figli ormai adulti nel corso degli anni è diventato dapprima un cappio e ora, con la complicità del lungo silenzio trascorso nella lontananza reciproca, soltanto un antico fantasma, un'ombra di un'infanzia che cela già in sè la tragedia. E proprio di ombre parla la citazione con cui la pellicola si conclude, una frase tratta dal Sogno di una notte di mezza estate shakespeariano: "Se le ombre che noi siamo vi hanno offeso, pensate questo: che avete soltanto dormito. E tutto tornerà com'era". Una chiusura assolutoria nei confronti dei personaggi di quest'opera profonda, che scava nelle psicologie e nei rapporti interpersonali con una pazienza e una costanza logoranti, mettendo in scena idiosincrasie e nevrosi che, loro malgrado, legano i tre fratelli e la madre al centro di questa storia. La sceneggiatura è opera del regista e di Emmanuel Bordieu, collaboratore 'storico' di Desplechin fin dai tempi di Comment je me suis disputè (ma vie sexuelle), del 1996; anche nel cast i nomi sono i soliti, praticamente una conferma degli interpreti del precedente I re e la regina: Emmanuelle Devos, Mathieu Almaric, Jean-Paul Roussillon, Hippolyte Girardot, Cathrine Deneuve (premiata a Cannes per questo ruolo), e c'è anche sua figlia (nella realtà) Chiara Mastroianni, che già prese parte a Comment je me suis... Le due ore e mezza di durata sono giustificabili, data la mole di avvenimenti e lo studio sui personaggi che, come d'altronde è già stato fatto notare in più occasioni, ha del bergmaniano. 6,5/10.
Una donna sulla sessantina si scopre malata di tumore; potrebbe salvarla la donazione di midollo osseo da parte di uno dei suoi tre figli (un quarto morì bambino della stessa malattia). E' Natale e il nucleo famigliare si ricompone: ma i vecchi rancori non sono affatto sopiti.
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