Regia di Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne vedi scheda film
Lorna non può permettersi riflessioni morali, Lorna è oggetto consenziente, va oltre i mezzi (anche illegali) guardando allo scopo; ma quando diventa soggetto attivo il suo sguardo si scalda e le sue azioni si riempiono di dubbi e incertezze. L'integrazione come problema umano, prima che legale.
L’integrazione non è solo questione italiana e non è diventata un problema negli ultimi 2-3 anni. Ci dimeniamo nel trovare leggi e accordi, tra l’erigere muri (fisici e non) e lo spalancare le porte, ignorando mediazioni e barcollando claudicanti tra un estremo e l’altro. Ma l’integrazione è soprattutto un problema umano, è un ostacolo che uomini e donne provano costantemente a superare, anzi devono, a qualsiasi prezzo, con o senza l’appoggio di uno Stato, perché il più delle volte fermarsi e tornare indietro significa morire. È questo il punto di vista dei Dardenne: non guardano mai dall’alto, sono sempre ad altezza d’uomo, al limite si mettono a debita distanza, ma mai troppo e per troppo tempo per non perdere contatto con la realtà. Abbandonato per un attimo l’uso costante della macchina in spalla, l’occhio stavolta è quello di un uomo che osserva ma non partecipa (tranne in pochi e significativi momenti), forse perché anche lo sguardo comprensivo ha dei limiti morali che non può oltrepassare. Lorna non può invece permettersi riflessioni morali, Lorna è oggetto consenziente, va oltre i mezzi (anche illegali) guardando allo scopo; ma quando diventa soggetto attivo il suo sguardo si scalda e le sue azioni si riempiono di dubbi e incertezze. Il sogno dura un battito, l’illusione si spegne e la consapevolezza cresce; d’un tratto il percorso acquista importanza e la difesa di un’immaginaria vita è sì colorato di un certo senso di colpa, ma è anche il modo inconscio di poter prendere le redini della propria.
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