Regia di Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne vedi scheda film
Questa volta i Dardenne mi hanno un po' deluso. La vicenda è ingarbugliata, ci sono troppe reticenze, le ellissi non sono efficaci e la narrazione risulta macchinosa. E in questo, ricorda molto gli aspetti più critici del cinema di un pur grande autore come Bresson, padre spirituale dei fratelli belgi. Anche questa volta, il protagonista è l'argent e le persone, le coppie, i bambini (questa volta non neonati, bensì nascituri) sono solo dei mezzi per giungere al profitto. Il problema è che, in questa occasione, il meccanismo dimostrativo è troppo programmatico e privo della naturelezza che aveva caratterizzato i precedenti film dei Dardenne. Ci sono addirittura alcuni eccessi patetici che mai ci si sarebbe aspettati da due autori così rigorosi. Discutibile il finale. Una nota sullo stile: nonostante il passaggio dalla macchina a mano a tecniche di ripresa più tradizionali, non viene meno (a mio avviso) la consueta estetica del pedinamento vista nelle opere precedenti. Bravi gli attori, specialmente la protagonista.
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