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The Walker

Regia di Paul Schrader vedi scheda film

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Marcello del Campo

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su The Walker

di Marcello del Campo
8 stelle

 

 

Si riuniscono ogni mercoledì per giocare a canasta a Hargrave.

Quattro donne influenti, mogli più o meno disperate di mariti che fanno politica a Washington.

Eccole intorno al tavolo: Lynn Lockner (Kristin Scott Thomas), moglie del senatore Larry Lockner (William Dafoe), Abigail Delorean (Lily Tomlin), moglie di Jack Delorean (Ned Beatty) che non è diventato presidente e trama nell’ombra, Chrissie Morgan (Mary Beth Hurt), Natalie Van Miter (Lauren Bacall), la saggia.

Tiene banco l'unico uomo presente in questa congrega di femmes savant, Carter Page III (Woody Harrelson), rampollo deludente della dinastia Page I e II.

Dandy, perdigiorno di professione walker, cioè accompagnatore di signore annoiate, Carter tiene alto il morale delle donne alle quali, tra una carta buttata sul tavolo e l'altra, fa il cerimoniere di gossip e maldicenze innocue, con gran divertimento delle dame ansimanti di mezza età che accolgono con immensa gratitudine ogni stilla di pettegolezzo che esca dalla bocca del bravo escort.

Siamo lontani dai discorsi a tavola di Lutero, pericolosamente vicini alla commedia di Richard B. Sheridan.

Carter, affettuosamente chiamato Carl dalle signore, è il termometro dei pubblici vizi e delle assenti virtù del côtè politico della città.

Carl si vanta di conoscere “tutti i panni sporchi di questa grande città, tutti i rifiuti umani usciti dai nostri amici e altri esseri umani”, gongola. “Tutto prima o poi passa da queste orecchie. Questo è il centro della merda mie care”, dice e le donne lo trovano adorabile.

Carl diverte, imita i gridolini sotto le lenzuola della coppia John Corring-Faye Juliette, sa che John ‘ormai pende dall'altra parte’, e a lui, omosessuale in stile weather vain questo non può che fare piacere.

Quali sono i segnali che connotano un omosessuale? Carl gonfia il petto:

Piccoli segnali sapete. Potrebbero essere... la scelta delle parole il modo in cui è annodata la cravatta o... quanto stringe quando mi abbraccia”.

Troppo poco, tutto molto risaputo: Carl non va troppo per il sottile, il suo scopo è portare un’ora di felicità a queste donne melanconiche – è il suo mestiere e lui lo professa con una dignità simile a quella di chi, svuotata di senso la propria vita, ha deciso che fare il samaritano è cosa giusta per stare a galla in un ambiente marcio. “Questo è un clima politico violento”, afferma. “Qualsiasi misericordia può esserci mai stata in questa città ora c'è meno che mai.”.

Carter Page III è un uomo buono, tormentato interiormente dal tarlo del fallimento, tenuto d'occhio dai potenti che lo ritengono lo sgorbio della dinastia Carter Page. Qualsiasi cosa faccia o dica, gli viene sempre sputata in faccia la grandezza del nonno e del padre. A questo miserabile disconoscimento della sua personalità autonoma, Carl oppone battute salaci, ma nel fondo dell'anima è un uomo terribilmente perso; dal fallimento suicida lo salvano l'amore del suo giovane compagno Emek Yoglu (Moritz Bleibtreu), l’amicizia di Lynn e i buoni consigli dell’anziana del gruppo di Hargrove, la sentenziosa melanconica Natalie.

Carl si è rifugiato nel pubblico impiego per fugare l’ombra dei Carter I e II:

Tuo padre era un grand'uomo. Era cosi orgoglioso di te.”.

È un ritornello che non contiene un briciolo di verità e Carl ‘ingenuo no, solo superficiale’, diventa l’asso nella manica dell’ambizioso procuratore Mungo Tennant (William Hope), stolido reperto dell’americano tutto d’un pezzo.

Carl è l’uomo adatto a essere sacrificato sull’altare per un delitto che non ha commesso.

Dietro il mondo delle donne, agiscono nell’ombra mariti senza scrupoli, gli scandali sono coperti dalle buone maniere, lo scandalo energetico, le azioni truffaldine delle multinazionali dei farmaci e l’uccisione del lobbista Robbie Kononsberg (Steve Hartley), pugnalato nella ricca dimora, sono il pretesto per far pagare caro all’accompagnatore di donne la colpa di non essere ‘un grand’uomo’.

In realtà, Carl si sacrifica per amore di Lynn: è lei che è entrata in casa di Robbie, lei aveva buoni motivi per farlo fuori; molti membri della politica locale (‘la più sporca amministrazione della città’, si è lasciato sfuggire Carl) vogliono distruggere il rampollo che non ha seguito le orme; più di tutti si impegna Mungo Tenant che, incastrando Carl, si prenderebbe ‘una rivincita culturale’, primo, perché Carl ha disonorato i ‘padri’, poi perché ‘questa è l’ultima città dove l’omosessualità è ragione di estorsione’.

Carl, il cinquantenne blasè che non vuole sentire parlare di Oscar Wilde (“Ho inventato da me il mio sesso”, ha detto a Natalie), aiutato dall’amico-amante Emek, da un avvocato di grido pronto a favorire gli accusatori, abbandonato anche da Lynn che, intanto, si è messa al sicuro, può finalmente denunciare in che razza di società di ipocriti, bravi padri di famiglia americani lui sia costretto a vivere.

Quel nonno e il padre, nel ‘confuso decennio dei Settanta’ non erano diversi dalla stupida media degli uomini dell’amministrazione: il nonno Carter Page I., Piantagione Page, parlava sempre come uno con una Bibbia mezza aperta in testa. Carter Page II poi, “avresti dovuto vedere mio padre.”, confida Carl a Natalie. “Quello era un uomo che si piegava. Carter Page II. Il leggendario Carl Page. Il grande momento delle udienze Watergate. Ogni giorno sbuca qualcuno che dice ‘Tuo padre era un grand'uomo!, Oh si! Lo era. Lasciò il Congresso venti volte più ricco di quando entrò. Era un truffatore. Un imbroglione. Si vergognava profondamente di me.”.

Ma ora e morto”, dice Natalie. “Non giudicare il morto.”

E Carl: “Perche no? Loro ci giudicano tutti ogni giorno.”

La morte di Robbie è stata sfruttata per ragioni politiche. Kononsberg ha rifilato a tutta la città azioni senza valore, inoltre doveva testimoniare davanti alla Commissione di Larry per un affaire di farmaci.

Perché Mungo Tenant sospetta di Carl?

“Si arrangiano con quello che hanno”, dice Carl. “Ed io sono ciò che hanno. Tenant e un completo cazzone. È ambizioso. Vuole essere una star. ‘Inchioda una star e diventi una star’”.

Carl non ha imparato nulla dal padre, tutto ha appreso dalla madre, per questo fa il walkerle donne sono migliori degli uomini.

Lo stile di Carl ha scaturigini nobili.

Natalie: “Come fai a essere sempre così educato?”

Carl: “Era la risposta di mia madre al caos.”

 

La forza di The Walker è tutta in uno script scintillante quanto ostico per chi non conosce il teatro. Infatti, l’impianto teatrale che sorregge un film molto parlato e, per certi aspetti, di disadorna regia minimale (compresa la divisione in ‘quadri’ e ‘scene’), possono avere influenzato i distributori nella scelta di non fare circolare questo monumento alla perfidia e alla corruzione nella politica liberal dell’America.

Schrader, del quale sarebbe lungo e inutile tessere le lodi di sceneggiatore, regista, saggista, affidando la ‘partitura’ a interpreti di provata bravura e intelligenza, ancora una volta sorprende per la capacità di penetrare nei segreti meandri della politica, come in passato, nella vita dei colletti bianchi, nel pozzo scuro dell’hardcore, fino al conflitto padre-figlio che chiudeva magnificamente la carriera di James Coburn. Conflitto che in The Walker assume toni da teatro classico (vedi i cenni a Wilde, all’opera lirica, ecc).

Narrare la trama articolata e ingarbugliata di questo film ‘difficile’ è stato faticoso, ma l’inserimento di alcune battute dei dialoghi è un omaggio a uno dei registi dimenticati mentre sono ancora in vita e molto attivi. (l’anno dopo esce quel quasi capolavoro Adam Resurrected).

The Walker è un film ‘politico’, un genere poco battuto o al contrario esibito con credenziali ideologiche di ‘appartenenza’. Schrader non fa sconti a nessun ticket di destra o di sinistra – il film prende le distanze dai personaggi loschi che affollano la scena, non ha nessuna indulgenza e, con una tenerezza insolita nel suo cinema, ci regala Il gruppo di Mary McCarthy aggiornato ai nostri giorni sciagurati.

Il carattere di Carl, gioviale, tenero, sentimentale, acuto, fanciullesco, superficiale è la carta moschicida che attrae le donne perché le fa sentire vive, attrae l’artista di avanguardia Emek (la scena del bacio tra i due si mangia le due ore di Brokeback Mountain) perché Carl è semplicemente un uomo da salvare dalla ‘società degli uomini’.

Una menzione d’onore va a Woody Harrelson che qui è in forma smagliante e sigla la sua migliore interpretazione. (premiata nel 2008 al Verona Film Festival).

Corredano il film uno score parsimonioso e tre hit di Brian Ferry (il glamour non è acqua fresca!)

Da vedere assolutamente in originale con i sottotitoli.  

 

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