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Palermo Shooting

Regia di Wim Wenders vedi scheda film

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La recensione su Palermo Shooting

di uccio
6 stelle

Il film può piacere o può non piacere. Assunto questo valido un po' per tutti i film, per taluni però lo è in misura maggiore. Certo non si tratta di un capolavoro, qualche passaggio a vuoto c'è, qualche leggerezza, qualche dialogo didascalico o retorico o scontato se vogliamo.
La pellicola però a mio avviso gode di una grande dose di fascino. I ritmi non sono frenetici e pure non annoia, parti oniriche non sempre comprensibili ma comunque attraenti, concetti metafisici e filosofici, ricerca di qualcosa di intoccabile con mano che però sembra quasi diventare concreto. La giusta dose visionaria a condire il tutto.

Finn (interpretato da Campino, cantante dei Toten Hosen) è un fotografo professionista tedesco, ricercato da vari musei per le sue foto artistiche, e dalle più famose modelle per i suoi scatti pubblicitari. Finn cerca qualcosa nelle sue foto o forse cerca qualcosa tramite le sue foto. Tra un lavoro e l'altro dorme poco e male, fa strani sogni, conduce una vita mondana, passa le giornate a telefono e non si muove mai senza gli auricolari infilati per bene nelle orecchie a garantire isolamento e sottofondo musicale.
Inoltre ha la strana abitudine di addormentarsi di giorno nei luoghi più insoliti e nei momenti più disparati. Si muove in simbiosi con la sua bellissima macchina fotografica.
Una vita piena d'impegni che al protagonista comincia a sembrare sempre più vuota.
In seguito ad un incidente automobilistico potenzialmente mortale dal quale scampa per un soffio, Finn prende coscienza della necessità di un cambiamento. Guardare dritto in faccia la morte può farti aprire gli occhi.
In seguito ad un incontro forse un pochino posticcio (uno dei momenti meno azzeccati del film a mio parere) e al desiderio della sua ultima cliente, Milla Jovovich, di avere alcuni scatti in una location poco glamour, Finn decide di recarsi a Palermo.

Dopo aver scattato le foto alla celebre modella Finn rimane in città, alla ricerca di qualcosa, sempre in compagnia della sua macchina fotografica. In questa città i suoi sogni si fanno più vividi e forse più pericolosi, una strana figura lo tormenta, una figura con lo sfuggevole volto di Dennis Hopper.

La vita del fotografo a Palermo sarà fatta di incontri (uno molto importante), di prospettive, di immagine, di riflessioni e di visioni.
Nonostante le parti oniriche il bandolo della matassa è facile da seguire, la scena finale non sorprende più di tanto e non si può ascrivere tra le cose migliori della pellicola. Restano comunque delle sequenze di grande fascino, bellissime immagini per un film non perfetto ma da vedere.

Bella anche la colonna sonora che possiamo gustarci insieme al protagonista ogni qual volta Finn infila gli auricolari, con un effetto davvero piacevole quando il film viene visionato usando le cuffie.

A Cannes la pellicola ebbe una cattiva accoglienza, conoscendo poco il regista Wim Wenders non riesco neanche a paragonarla ad altre sue opere (ne ho viste solo altre due) però mi sento di consigliarla.

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