Regia di Sam Mendes vedi scheda film
Diavolo di un Mendes… ha confezionato un film perfetto, in barba a tutti quelli che avevano schifato Era mio padre e si erano imbestialiti per Jarhead. Insomma non bisogna fare confusione, dopo il botto di American Beauty, tutti si aspettavano molto dal buon Sam e lui bisogna dire che non ha fornito prove impeccabili anzi, eppure qui confeziona un cavolo di capolavoro da lasciare di stucco tutti quanti. Dirigendo la macchina da presa come un lupo mannaro innamorato, circonda i suoi attori, avvolgendoli e non lasciandoli mai soli, li scruta, li studia, fa l’amore con loro e li segue passo passo come un entomologo psicopatico. Non c’è spazio per l’amore inRevolutionary road, ormai se ne è andato da tempo e ha lasciato il posto alla consuetudine, alla sopportazione, al rimpianto e ai sogni impossibili. DiCaprio e la Winslet, mai così bravi, intensi, appasionati e crudeli, mettono in scena la comune tragedia del vivere di tutti i giorni, il vuoto disperato che ha inghiottito tutto anche i sentimenti, un lavoro che odiamo, una vita diversa da quella che ci meriteremmo, una maternità non voluta, un viaggio sogno capace di cancellare i problemi, la paura della felicità, la continua ed affannosa ricerca di essa a tutti i costi e comunque in qualcosa di diverso da ciò che già abbiamo. Il non sentirsi realizzati, il sentirsi appagati dal solo fatto di essere genitori, l’impossibilità di sognare una vita diversa, la paura di fuggire, la confortante comodità di un’ infelicità senza scelte, la paura di fallire, l’impossibilità di amare. Solo i pazzi vedono la verità, abbracciano il sogno, vivono l’impossibile, tutti gli altri affogano, diperatamente tirati giù nel profondo mare della disperazione. Sordi, soli, dimenticati, vivi, morti. Noi, tutti noi, senza esclusione di colpi, fino alla fine e senza pietà.
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