Regia di Sam Mendes vedi scheda film
Ce lo siamo domandati un po’ tutti, a suo tempo: cosa sarebbe successo a Jack e Rose se entrambi fossero sopravvissuti al naufragio del Titanic? La risposta, tristemente prevedibile, viene da questo film: con ogni probabilità si sarebbero ritrovati prigionieri di un matrimonio che va spegnendosi fra le incomprensioni reciproche, incapsulati fra le villette a schiera di un tranquillo quartiere residenziale suburbano, macerati dall’insoddisfazione per un’esistenza insensata e dal rimpianto per i sogni che non si sono realizzati. In realtà Mendes cerca di propinarci un American beauty anni ’50, con un capofamiglia frustrato che manda tutto al diavolo e con un sottofinale al rallentatore, ma per fortuna non ci riesce. A impedirglielo sono soprattutto due cose: la sofferta interpretazione di Kate Winslet, che rende al meglio gli ondeggiamenti di un personaggio tutt’altro che simpatico, e i discorsi del pazzoide, l’unico a cui è concesso di dire la verità in un mondo ovattato e ipocrita; sono i motivi che inducono a perdonare certi toni qua e là troppo esagitati. Niente male anche la trovatina finale, con un marito che abbassa il volume dell’apparecchio acustico per non sentire l’insopportabile cicaleccio della moglie: sicuramente più intonata delle elucubrazioni sugli svolazzi di un sacchetto trasportato dal vento.
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