Regia di Clint Eastwood vedi scheda film
Los Angeles, 1928. Christine Collins (Jolie), donna sola con figlio a carico, un giorno, tornando a casa dalla compagnia telefonica dove lavora come centralinista, non trova più il suo bambino. Allerta la polizia, le indagini partono in ritardo e dopo qualche mese le riportano un ragazzino che non è il suo (lo scambiato del titolo). Lei alza un polverone, la polizia non gradisce e in un batter di ciglia la donna finisce internata in un manicomio senza nessunissima ragione. Ci penseranno un poliziotto scrupoloso, un pastore presbiteriano della locale radio losangelina (Malkovich) che ha un conto aperto col dipartimento di Polizia e un avvocato prodigioso a dare una svolta alla storia, che rivela dettagli orribili.
A 78 anni Eastwood continua a sfornare capolavori con l'energia e la creatività di un ragazzo. The changeling sembra essere la summa dell'eredità raccolta dal grande cinema del passato, da Hawks a Ford fino a Siegel, capace com'è di coniugare il Serpico della polizia corrotta e collusa con la malavita con la Frances di Jessica Lange, rinchiusa per congiura in un manicomio, entro una cornice assai classica, servita da una sceneggiatura impeccabile. Tratto da una storia vera, portata su copione da J. Michael Straczynski, il film miscela melodramma, genere poliziesco, thriller, horror e dramma giudiziario mostrando violenze psicologiche, torture, esecuzione capitale, orrori inenarrabili che hanno i bambini come vittime, a ricordarci che l'umanità - si sa - fa schifo. Il tutto sorretto delle scenografie impeccabilmente veriste, dalla recitazione da standing ovation di tutto il cast con una Angelina Jolie mai tanto brava, dai movimenti di macchina da antologia e dalla notevole colonna sonora scritta dallo tesso regista: unico, immenso Clint.
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