Regia di Clint Eastwood vedi scheda film
La prima mezz’ora ha un forte impatto emotivo: si sa già che il dramma incombe, quindi anche il quadretto familiare presentato all’inizio, sereno nonostante la mancanza di una figura paterna, ha qualcosa di inquietante. La tensione continua a crescere, tocca il vertice quando la Jolie (qui brava e misurata, va detto) non riconosce la carne della sua carne e si mantiene alta quando il complotto per ridurla al silenzio si fa palese: emerge allora l’individualismo tipicamente americano, e specificamente eastwoodiano, con un uomo (anzi una donna) che combatte da solo per una giusta causa. Più banali le sequenze nella clinica-lager e in tribunale, e abbastanza inutile anche il sottofinale in carcere con l’esecuzione. I momenti più forti restano le scene in flashback ambientate nella fattoria degli orrori: appena accennate, come quelle omologhe di Mystic river, per suggerire l’orrore senza mostrarlo.
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