Regia di Clint Eastwood vedi scheda film
Intenso e claustrofobico docu-drama ispirato alla terribile vicenda del serial killer Gordon Northcott che, alla fine degli anni '20, sequestrò ed uccise diversi bambini in California. La prima ora e mezza del film di Clint Eastwood, che mette in scena la disperata ricerca del piccolo Walter da parte della madre Christine e i tentativi della polizia di mettere a tacere la vicenda, è un capolavoro degno del miglior Hitchcock: un incubo inestricabile, tesissimo, devastante... un'amara e sconvolgente riflessione sul degrado di un America ancora giovane eppure già corrotta dal potere dell'immagine e sulla condizione della donna e della madre, del tutto indifesa e priva di alcuna tutela in un mondo dominato dagli uomini. Un'ora e mezza semplicemente perfetta, come già detto un vero capolavoro. Poi, quando i fili narrativi si sono dipanati verso il tragico epilogo, la pellicola di Eastwood rallenta inesplicabilmente, stemperando la tensione (e l'attenzione dello spettatore) e progressivamente assumendo le forme di un più tradizionale thriller (persino un po' tirato per le lunghe). Buono il cast, con una Angelina Jolie (che confesso di detestare nemmeno tanto cordialmente) che per una volta riesce ad essere qualcosa di più di un paio di labbra smisurate. Ottima la ricostruzione d'epoca, suggestiva la cupissima fotografia di Tom Stern. Asciutta e rigorosa la regia di Clint Eastwood: ormai è lui, forse assieme a Michael Mann e a pochissimi altri, l'ultimo grande genio di Hollywood. Il suo sguardo, profondamente morale ma mai moralista, si staglia sulle sue pellicole rendendole davvero un'esperienza unica ed indimenticabile. Lunga vita al vecchio Clint... e quattro stelle a questo "Changeling".
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta