Regia di Clint Eastwood vedi scheda film
Emozionante e rigoroso per tutta la prima parte, nella quale si narra l'incredibile storia di una madre che mesi dopo la scomparsa del figlio se ne vede "restituire" dalla polizia uno non suo, il nuovo Eastwood crolla sorprendentemente nella seconda. Dopo aver infatti puntato in maniera assolutamente convincente l'attenzione sullo scontro tra la disperazione della donna e il sadico utilitarismo della polizia di Los Angeles, la pellicola cambia repentinamente registro: l'ingresso in scena del personaggio del maniaco sembra quasi slegato dal resto, e da quel momento qualcosa si rompe, la sceneggiatura singhiozza, e il regista si lascia prendere la mano da un sensazionalismo finora perlopiù inedito nella sua filmografia. Da lì in poi è un susseguirsi di didascalismi e scene madri, alcune delle quali gratuite (l'esecuzione), altre semplicemente banali (tutta la parte giudiziaria), alla continua ricerca di lacrime facili. Con il pianto nel cuore, pollice giù.
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