Regia di Rob Minkoff vedi scheda film
The Forbidden Kingdom: la traduzione letterale, giustamente, dovrebbe essere Il Regno Proibito, eppure mi risulta che l'edizione italiana sia intitolata L'Impero Proibito. Ad ogni modo, sempre il medesimo film esso è.
Il soggetto è abbastanza classico e prevede un racconto di formazione, sulla falsariga di tanti suoi simili nelle diverse declinazioni, dai tempi de La Storia Infinita (1984) fino al recente L'Apprendista Stregone (2010). Cambiano i generi, ma al centro vi è sempre un ragazzo o bambino disadattato, chiamato a vivere una magica avventura nel suo o in un altro mondo/tempo, con il risultato di crescere e migliorarsi, trovando in sé la forza necessaria a vincere ogni timore e affrontare la vita quotidiana con più serenità (e magari qualche amico/a in più).
Questo racconto invero non si discosta molto da quei binari, con il protagonista Jason Tripitikas (Michael Angarano) che ne osserva esattamente i canoni. Tuttavia può vantare una deliziosa ventata di novità, rappresentata dagli altri due comprimari, Jackie Chan e Jet Li. Al bando ogni ipocrisia: se la nostra attenzione verrà mai attratta da quest'opera, sarà soprattutto (per non dire esclusivamente) a motivo della curiosità di assistere alle acrobazie delle due star, finalmente insieme e simultaneamente sullo schermo. Inutile negare che il loro incontro sarà la scena più attesa e non deluderà le aspettative. Nel resto del cast si distinguono le due presenze femminili, Liu Yifei come Golden Sparrow e Li Bingbing come Ni-Chang, la strega/assassina dai capelli bianchi.
Belle le sequenze d'azione, dalle splendide coreografie. Ottimi gli effetti speciali, in un'esplosione di colori. Sorprendente la colonna sonora, emotivamente coinvolgente ed appagante. Uno spettacolo vivace e spensierato, che riuscirà a bilanciare i difetti, comunque presenti, dovuti a una storia non eccezionale nella sua prevedibilità e a dei personaggi sovente abbandonati a una caratterizzazione superficiale, al minimo indispensabile. Salvo forse un paio di eccezioni. A voi scoprire quali.
Jason è un teenager americano, appassionato di film di arti marziali. Un giorno trova in un negozio un antico bastone cinese, che si rivela appartenere al leggendario Monkey King, vissuto secoli prima. Jason si ritrova dunque trasportato nella Cina dell'epoca, dove, con l'aiuto del maestro ubriacone Lu Yan, dell'enigmatico Silent Monk e della bella guerriera Golden Sparrow, cercherà di restituire l'oggetto al suo legittimo proprietario, imprigionato nella pietra con un maleficio da un perfido Signore di Giada, da oltre 500 anni.
L'aver collaborato tanto spesso con un compositore di talento quale Harry Gregson-Williams avrà avuto senza dubbio i suoi evidenti e notevoli effetti. Così non dovrà stupire la brillante atmosfera che le musiche di David Buckley saranno in grado di ricreare. Un magnifico risultato, da ascoltare ed encomiare.
Una trama e una caratterizzazione dei personaggi entrambe più profonde avrebbero davvero reso più epico il tutto.
Al terzo posto nelle mie preferenze tra quelli da lui diretti, dopo Il Re Leone e Le regole della truffa.
Egli è il gaio Sun Wukong, ovvero Monkey King, e pure l'austero Silent Monk. All'altezza in entrambe le parti.
Simpatico e adatto ad impersonare il goffo e un po' sfortunato protagonista, Jason Tripitikas, il Viaggiatore.
Interpreta Lu Yan, l'Immortale Ubriaco, ruolo squisitamente nelle sue corde. E anche Hop, l'anziano negoziante.
Lupo, il bullo tradizionale.
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