Regia di Rob Minkoff vedi scheda film
Questo fantasy, non considerato dalla distribuzione italiana pur avendo avuto successo in Occidente, anche se prodotto statunitense, può dignitosamente stare alla pari dei prodotti hongkonghiani e può interessare solo chi trova piacevoli i combattimenti di Kung Fu. Il genere wuxiapian ha un più che discreto seguito (vedi “Hero”, “La foresta dei pugnali volanti”, “La tigre e il dragone”, e, per certi momenti anche la serie “Matrix”). Inoltre permette di vedere a confronto gli stili recitativi di due ottimi attori: Jackie Chan e Jet Li, stilisticamente molto diversi. Il primo , clownesco, esuberante, allegro, ironico, imprevedibile, nella parte di Lu Yan, parodistico sensei ubriacone (ripresa da “Drunkenmaster”) e l’atro più serio, attento, compassato ma non meno efficace nel combattimento, nella duplice parte di monaco guerriero e di Monkey King. Col ricorso ad effetti digitali, particolarmente spettacolari e bene utilizzati, ad una fotografia decisamente apprezzabile, capace di sottolineare stupendi panorami, e ad una coreografia spumeggiante, dal rimo veloce, il film scorre rapido, piacevole, pur presentando il fianco a diverse ingenuità, accettabili per chi ama i combattimenti di Kung Fu, abbondantemente rappresentati, ben concepiti ed eseguiti. Accompagnamento musicale classico di David Buckley, idoneo e funzionale Voto 7
Il film si ispira ad una vecchia leggenda cinese riguardante un certo Re Scimmia, da 500 anni imprigionato nella pietra, che potrà nuovamente prendere vita e combattere contro la Stirpe di Giada quando potrà riavere il suo bastone magico da combattimento. Questo viene in possesso di un giovane americano, (Jason) che viene catapultato nella Cina antica e in qualità di “designato” dovrà riportare al legittimo proprietario, bloccato sulla montagna dei cinque elementi, il bastone. Lo aiuteranno il sensei Lu Yan, un’orfana assetata di vendetta verso il capo della Setta di Giada che tiene prigioniero il Re Scimmia, ed un monaco guerriero. L’impresa, in mezzo a difficoltà e fantasiosi, fantasmagorici combattimenti, riesce e Jason ottiene di tornare nel suo tempo e in patria, non più timoroso, ma agguerrito ed esperto combattente di kung fu.
Piacevole e di sostegno al film
Giovane regista che con questo film cambia genere, con onore
E' sempre un grande attore, agile e capace, con una maschera in alcuni momenti inconsueta
E' il "designato" e interpreta abbastanza bene la parte di Jason
Una buona prova che riprende quella del suo sensei in "Drunkenmaster"
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