Regia di Kimberly Peirce vedi scheda film
Una regista non molto prolifica, ma che quando decide di fare cinema lo fa in maniera importante, anche se questo film non ha avuto la distribuzione che meritava, e l’argomento scelto spiega molte cose in proposito. Non è, come nel riassuntino fatto da Film-Tv, il solito film sui reduci di guerra, in questo caso dall’Iraq, ma va ben oltre, altrimenti sarebbe stato messo nel cesto degli innumerevoli film di genere da cui sono stati tratti diversi lavori: ottimi, buoni e trascurabili, qui si va ben oltre, non mettendo da parte anche l’argomento del rientro a casa dei reduci. Si fa una denuncia precisa contro uno stato che mette i cittadini in una situazione kafkiana, ma evidentemente vera, anche se tenuta nascosta, tanto che il film non è riuscito a scalfire niente di quello che mette sul tavolo. Il film ha iniziato le riprese nel 2006, con vari problemi produttivi e di conseguenza di distribuzione, tanto che ha avuto una distribuzione solo nel 2008, e naturalmente ha pregiudicato in pieno il risultato al botteghino, che è stato in perdita, malgrado il divetto che è stato arruolato, che a dire la verità, malgrado il viso poco espressivo, ha fatto del suo meglio ed in parte è riuscito a dare la visuale giusta al suo personaggio. Il tema fa cadere il film spesso nei trabocchetti di genere, ma le situazioni diverse ed il racconto recuperano con successo i vari trabocchetti, certo la critica orientata verso il governo ha stroncato il film, che però oggi come oggi, fortunatamente, vive di luce propria, come solo al cinema è possibile fare.
un argomento sconcertante e reale
una denuncia che non è da poco e fatta in maniera coinvolgente restando fuori da certi schemi di routine
Ben guidato con l'occhietto truccato, altriemnti il volto sparisce, c'è da riconoscergli una ottima interpretazione
uno dei reduci, efficace e dramamticamente giusto
altro reduce, sempre sul lato giusto, da attore intendo
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