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When a Man Falls in the Forest

Regia di Ryan Eslinger vedi scheda film

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La recensione su When a Man Falls in the Forest

di alan smithee
6 stelle

Film indipendente di un giovane regista poco piu' che esordiente che, sostenuto da una star di prima grandezza come la Stone (anche se un po' annebbiata causa ultime scelte interpretative non proprio lungimiranti) da' vita ad un' opera a tratti delicata, intimista, sognante e pure tristemente drammatica. Le vite incompiute, irrisolte, infelici e inadeguate di quattro individui, si intrecciano a causa di legami familiari, affettivi e per le combinazioni del destino. Il protagonista del film e' Bill (un fantastico Dylan Baker, caratterista visto ed apprezzato in mille occasioni ma mai valutato per sue ottime potenzialita' di mattatore), un solitario addetto notturno alle pulizie, uomo mite con enormi difficolta' a rapportarsi con chi lo circonda e per questo condannato all'isolamento. Per caso una sera incontra Gary (un consuetamente professionale Timothy Hutton, attore che personalmente ho sempre apprezzato molto e che ritengo un po' troppo sottostimato), compagno di scuola che lavora nell'ufficio che lui ripulisce la notte. Gary cerca di ristabilire un contatto col problematico ex compagno, ma riceve solo risposte secche e poco stimolanti. Intanto scopriamo che la vita di quest'ultimo e' segnata da una vita matrimoniale che sta andando a rotoli, con una moglie (Sharon Stone bellissima e credibile anche quando cerca di minimizzare la sua dirompente sensualita') afflitta da un esaurimento che la spinge a cercare emozioni (anche criminose) che ormai la grigia vita di tutti i giorni le nega: infine conosciamo pure Travis, altro compagno di classe dei due precedenti uomini, ora grasso e soprattutto insicuro a causa di un devastante trauma post incidente, mentre la gioventu' ce lo aveva presentato come pestifero ragazzo che aveva l'abitudine di tormentare crudelmente il timido Bill (non senza la complicita' di Gary).
Il titolo del film allude ad uno dei sogni incredibilmente realistici e naif che popolano le notti di Bill, solitario in cerca di riscatto, che trova rifugio nelle improbabili avventure del suo sonno mattutino (lavorando di notte) per riscattare almeno in parte la mediocrita' di una vita spesa a subire angherie e prepotenze. Ma quando anche nei sogni il fallimento e l'imbarazzo tornano ad essere le discriminanti in cui si risolve il suo rapporto col mondo esterno, a Bill non restera' che sforzarsi di reagire. Il film procede alternando le quattro vicende che talvolta si inersecano nei momenti in cui i protagonisti che si conoscono vengono in contatto. Non tutte le storie si seguono con il medesimo interesse, e certamente la vicenda di Bill/Dylan Baker e' certamente la piu' riuscita e coinvolgente, la piu' sognante e delirante, la piu' vivace e sanguigna. Nelle altre storie il film rischia di appiattirsi al confronto con la prima e a poco valgono le indubbie capacita' degli altri tre buoni interpreti. Un finale un po' banalmente tragico, gia' visto in mille occasioni, finisce per spezzare col sacrificio di una vita alcuni legami importanti, ma consente altresi' di scuotere da un torpore senza soluzioni alcuni destini altrimenti segnati da una caduta in un precipizio senza fondo. Un piccolo film interessante, parzialmente riuscito.

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