Regia di Claudio Sestieri vedi scheda film
Immaginate pellicole tipo Romeo+Giulietta o Hamlet 2000, in cui testi classici rivivono come fossero copioni scritti da sceneggiatori contemporanei. Prendete questa volta Salomè, l’atto unico che Oscar Wilde scrisse nel 1883, un’unica location dove regna unità di tempo, luogo e azione. Claudio Sestieri si appropria di un approccio poco frequentato nel nostro Paese. I nomi dei personaggi restano invariati, ma Erode è un boss mafioso, la figliastra Salomè un’adolescente consapevole della propria bellezza e Giovanni è figlio di un industriale, per questo è stato rapito ed è tenuto prigioniero. La celeberrima decapitazione di Giovanni Battista per volere di Salomè si compie come nei Vangeli. Ma è preceduta da una notte di bagordi tra malavitosi, da una festa a tema organizzata in una fabbrica abbandonata. Operazione originale, ma non completamente riuscita. Purtroppo, lo straniamento, tipico di soluzioni come questa, è una barriera che non riguarda solo l’inizio. Gli attori non sembrano a proprio agio, e la potenza del dramma di partenza non viene restituita. Restano però le parole di Wilde, prese alla lettera, peccato siano la sola cosa capace di toccare in pieno le nostre sensibilità.
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