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E venne il giorno

Regia di M. Night Shyamalan vedi scheda film

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Badu D Shinya Lynch

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La recensione su E venne il giorno

di Badu D Shinya Lynch
7 stelle

L'Apocalisse (e Shyamalan) fuoricampo.

 

E venne il giorno della fine. Del nuovo inizio.

Uno spiraglio di luce per una nuova ed incerta sensibilità in avvenire. Che presagisce una (apocalittica) svolta autoriale. La fievole, lontana preparazione per una nuova alba. Uno squarcio di morte luminosa. Una sostituzione. Naturale. Aliena. Cinematografica. Un potenziale avvenimento risanatorio nel micro/macro-cosmo diegetico ed extradiegetico. L'avvenimento [The Happening] nella filmografia del regista statunitense. L'implosione della sua poetica della fede, dell'Altro, della paranoia post-11/09. Twist ending rovesciato, capovolto. Plot twist teotetrico e metacinematografico.

Film-transizione. Controcampo di Signs. The Happening è il disossamento filosofico dell'Apocalisse. Un'Apocalisse fuori tempo e fuori sincrono, quasi da Cinema muto, "slapstickamente catastrofica". Il film di Shyamalan più sospeso e senza gravità, ma anche quello più velenoso e, soprattutto, scivoloso: incertezza d'intenti e necessità di rivalsa autoriali si riflettono anche nel tessuto filmico, come se The Happening suggerisse la ricerca e la speranza di una (futura) rinascita stilistica. Come se fosse un ideale incipit per un altro cammino cinematografico. Un incipit che entra in loop. Uno sguardo filmico che entra in loop, tentando un disperato e irresoluto rinnovamento. Tra l'altro, proprio in base a ciò che è stato riportato qualche riga più in alto, The Happening è il preludio, la deflagrazione di quella che sarà un'ipotetica trilogia senza gravità della sua filmografia, la quale, appunto, inizia con quest'ultimo, prosegue con The Last Airbender e termina con After Earth. E non solo, la si potrebbe definire pure - e forse più giustamente - una trilogia sull'Apocalisse formale, di cui, come già scritto poc'anzi, The Happening è l'inizio. A conferma di questa svolta incontrevertabile ci sarebbe pure il fatto che il suddetto film è il primo da The Sixth Sense in avanti, in cui non compare Shyamalan come attore. Scompare. Decide di "spettrare" dinnanzi al Cinema, come avviene in After Earth. Come se non sentisse "suo" questo nuovo cammino, inevitabile ed indispensabile, comunque, per un restauro espressivo. Insomma, un'importante parentisi appesa, aggrappata al suo Cinema.

La pellicola che, per assurdo, spoglia maggiormente Shyamalan. Rivelando la vulnerabilità del suo "percorso registico". La sua umanità, quindi.

Un oggetto anomalo, un ufo cinematografico. La fotografia di un'indispensabile e rigenerante apocalisse teorica. Quindi, in un certo senso, The Happening è la preconizzazione, l'inizio di una svolta apocalittica, nonché anche un lungometraggio drammaticamente e drammaturgicamente profetico. Un film immobilizzato ad un passo dalla detonazione d'intenti. Per sempre.

 

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