Regia di M. Night Shyamalan vedi scheda film
Shyamalan prosegue nel suo tentativo di redenzione personale, passando dal regista della sorpresa a quello dell’ignoto. Sono lontani i tempi de “Il sesto senso” o di “The village”, quando il classico colpo di coda fece scalpore tanto da coniare espressioni proverbiali che facevano riferimento proprio al modo rivoluzionario di rivalutare l’intera posta in gioco con le ultime, sconvolgenti, inquadrature che chiudevano la pellicola.
La carriera del regista indiano sembra aver preso una direzione differente a partire da “Lady in the water”; quest’ultimo film ha rappresentato uno spartiacque determinante tra una prima fase, caratterizzata da una regia menzognera ed il colpo di scena finale, ed una seconda fase in cui il registro si focalizza sull’intensità contenutistica e la cripticità del messaggio.
Il cinema di Shyamalan si è fatto da espressivista ad etereo: se “Signs” o “Unbreakable” giocavano su un’abbondanza creativa ed una morale identificabile, gli ultimi film, tra cui proprio “E venne il giorno”, sono forieri di un’anarchia della significazione, per di più veicolata attraverso un’identificazione smaccatamente politica (altra novità nella poetica shyamaliana).
Espressamente, “E venne il giorno” narra di un generico “accadimento” (da cui l’“Happening” del titolo originale) che investe l’america del Nord-Est: una specie di virus letale, forse trasportato da elementi della natura, che induce chiunque al suicidio. Il protagonista è un professore (Marc Wahlberg), in crisi familiare con la fragile moglie, forse per l’assenza di un figlio. I due, assieme alla figlia di un amico, fanno le prove di una futura, potenziale, gravidanza proteggendo la piccola dalle grinfie dell’oscuro male…
Intolleranza? Mass media? Spersonalizzazione? Con chi ce l’ha veramente Shyamalan? Simile per molti tratti a “La guerra dei mondi” di Spielberg, ma con la tensione che qui nasce dall’intelligenza registica e non dalla bravura dell’addetto agli effetti speciali, “E venne il giorno” è un horror-thriller che strizza l’occhio alla politica ed all’attualità e che si caratterizza per un messaggio troppo enigmatico e subliminale che, complessivamente, delude.
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