Regia di M. Night Shyamalan vedi scheda film
Forse lo avevano battezzato troppo frettolosamente come "il nuovo Spielberg", ma si sa, le iperboli dei giornali di settore valgono il giusto:il tentativo di realizzare una fiaba moderna con "Lady in the water" è andato malissimo al box-office, e altrettanto disastroso è stato l'impatto con i recensori. Il film era sostanzialmente sbagliato, succede nella vita lavorativa di ogni regista ( o quasi): il lavoro successivo ha visto M.Night Shyamalan ritornare sulle inquietudini di "The village", uno dei suoi lavori più apprezzati, e questa volta l'oscuro, la minaccia è di quelle micidiali. In vari punti degli Stati Uniti si verificano assurdi casi di suicidi di massa, gesti inconsulti che finiscono in varie ecatombe sparse per il paese: il panico fa sì che il professore di liceo Mark Wahlberg e famiglia si intruppi con altri concittadini per una fuga da un potenziale attacco terroristico. La verità è ben più spaventosa: la natura, sotto forma di una tossina sprigionata dalle piante, induce gli uomini a cercare la morte e a autosterminarsi. E' un peccato che le logiche hollywoodiane da lieto fine prendano il sopravvento appena prima della fine, e l'apologo, conciso ( 88 minuti) e secco, non abbia il coraggio del proprio pessimismo d'acchito , riservandosi comunque uno strascico di perplessità sull'ottimismo nell'ultimissima scena: perchè per molti versi, a tre quarti di proiezione si pensa che "The happening" sia il miglior film girato da Shyamalan, che la riflessione sulla degenerazione planetaria sia accortamente efficace e che una specie portata all'autodistruzione come la nostra sia inquadrata con rara esattezza. L'autore di "Unbreakable" rimane tuttavia il più bravo a dipingere lo stato mentale di una nazione colossale e multiforme colpita nell'orgoglio e affidatasi per ben due volte a un incapace in una crisi epocale, anche di coscienza, che rispetto a quella degli anni Settanta è gigantesca.
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