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Arsenico e vecchi confetti

Regia di Ira Sachs vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Arsenico e vecchi confetti

di almodovariana
8 stelle

Un film vintage fino al midollo di cui si apprezza sia la cura del dettaglio nella fotografia che l'atmosfera alla Hitchcock. Una delle citazioni è nel vestito verde smagliante della giovane Kay, di cui il coprotagonista Henry si dichiara innamorato e che rimanda subito alla mise di Kim Novak in Vertigo.

Anche il tono della narrazione è hitchcockiano in quanto non saprei definirlo ne' thriller ne' commedia...è una sorta di dramma teatrale borghese che si svolge essenzialmente in interni : la casa degli Allen (Pat ed Henry) e la casa di campagna in cui vive Kay regalatale appunto da Henry per i loro rendez vous. Da un lato abbiamo un milieu rassicurante e una serie di relazioni di vecchia data. La voce fuori campo è quella di Richie, amico d'infanzia degli Allen. Ma sin dall'inizio ci viene detto che qualcosa sta per turbare il matrimonio tra Pat ed Henry. Mi sono venuti in mente Otto donne e un mistero di Ozon e Match point di Woody Allen. Non ci interessa tanto il cosa avviene ma piuttosto il come. A livello psicologico siamo in pieno dilemma bergmaniano : è lecito fondare la propria felicità sull'infelicità altrui?

Bello lo switch che ribalta il punto di vista da cui guardiamo la storia...Alla fine proprio il personaggio dello scapolo d'oro (Brosnan) si rivela il più autentico perché non cade in nessuna delle convenzioni che fondano il matrimonio e che hanno una doppia chiave di lettura: è più ipocrita Harry che non ha il coraggio di abbandonare la moglie o Richard, che manipola i due coniugi per conquistare Kay? Quanto siamo disposti a mentire per il quieto vivere? Su quante bugie si fonda un matrimonio decennale? Nel finale sembra che tutto si ricomponga ma solo i personaggi che smascherano l'ipocrisia altrui vivono pienamente l'amore grazie al fatto che scelgono di agire. Il messaggio del film sembra appunto essere questo: non prendere decisioni inevitabilmente condiziona la vita altrui ...solo la fatalità impedisce che Pat sia avvelenata mentre Richard è autore del proprio destino.

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