Regia di Ben Stiller vedi scheda film
Ben Stiller è un talento genuinamente isterico: eccessivamente intelligente e autoconsapevole. Volutamente autoriale nel suo coltivare personaggi limite cui presta masochisticamente il proprio corpo, Stiller ha delle “cose da dire”. Ossessivo ossessionato dalle ossessioni, Stiller firma con Tropic Thunder (cui ha contribuito anche Ethan Coen) il suo progetto più ambizioso. E in omaggio alla sua estetica borderline, anche gli esiti sono incerti. Parodia (fuori tempo massimo?) del cinema militar-muscolare stile Fratelli nella notte, satira al vetriolo di Hollywood e della sua corte di agenti, produttori e segretarie, Tropic Thunder spara ad altezza d’uomo ma sovente manca il bersaglio. Al di là di un immenso e quasi irriconoscibile Tom Cruise, che si conferma interprete imprevedibile e sublime, il film di Stiller, ironizzando su ego ciclopici, fobie da metodo e budget stellari, non solo fonda la propria efficacia sugli stilemi spettacolari che stigmatizzerebbe (esplosioni superspettacolari e sparatorie) ma risulta troppo dentro il mondo che prende di mira. Autoreferenziale in forme quasi subliminali, Tropic Thunder è un divertissement intelligente che cade sotto i colpi della propria... intelligenza. Quindi un film stilleriano doc.
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