Regia di Ben Stiller vedi scheda film
La carriera di regista di Ben Stiller si era interrotta più di dieci anni or sono per il disastroso risultato commerciale de "Il rompiscatole" con Jim Carrey, film non riuscito bene, ma che tuttavia abbozzava una critica non stupida e discretamente intelligente sulla televisione: oggi che è una star comica da diversi milioni di dollari, ha ripreso un progetto impolverato che probabilmente covava dai primi anni Novanta, la parodia del filone sulla guerra in Vietnam. Certo, lo spunto di "Tropic Thunder" è notevole: cinque attori di action movie spersi in una jungla, convinti di star girando un kolossal molto realista, che invece si ritrovano sotto il tiro di un esercito di narcotrafficanti asiatici veri. E la realizzazione, vistosamente ad alto budget, è concepita con i crismi di un cinema altamente spettacolare cui non viene fatto mancare niente per stupire l'occhio della platea. Solo che ciò che difetta è l'umorismo, nel senso che si ride talvolta, ma spesso sceneggiatura e film esagerano, e si fanno inutilmente pesanti e gratuiti: valga per tutte la sequenza in cui il regista fa una sparata militaresca, si volta e calpesta una mina che lo fa saltare in aria. Sulle prime viene da ridere, ma l'insistita ostentazione dello scempio che ne è stato del director, comprensivo di gioco con la testa ritenuta finta, è come un amico simpatico dopo una battuta, ma che la ripete trenta volte facendosi volgare, risultando imbarazzante. Degli attori menzione di merito perlomeno per un Downey jr. in pieno rilancio e un Tom Cruise producer truccatissimo e brutale, forse davvero da nomination per il supporting role. Capace di incassare 100 milioni di dollari in patria, "Tropic Thunder" è ben fatto, ma di qui ad apprezzarlo come nuovo cult comico ne passa...
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